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Corrado Augias travolge il Pd: "Cadono le braccia, mi chiedo dove..."

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Nella lunga lista dei presunti filo-putiniani è finito anche lui, Corrado Augias. Il giornalista è tra quei nomi presentati da Partito democratico e +Europa in Parlamento. L'accusa? "Speculazioni e contenuti propagandistici". Non opinioni, ma "falsi miti o ideologie che tendono a sostenere la visione russa". Più nel dettaglio, Augias ha la "colpa" di aver condotto una puntata di Rebus intervistando lo storico Alessandro Barbero. Così giornalista non può che replicare.

 

 

"Cadono le braccia. Non per l’accusa insensata ma per i suoi estensori - tuona sulle colonne di Repubblica -. Mi chiedo dove prendano le loro informazioni, con quale criterio, quale preparazione, le valutino. Sono andato con la memoria alla ricerca di una possibile fonte. Credo di averla trovata nel fatto che, nel corso del programma Rebus (Raitre), ho detto che bisogna anche tenere presenti le ragioni storiche che possono aver motivato il dittatore russo nella sua aggressione all’Ucraina. Il sottotitolo del programma è il celebre motto virgiliano 'Rerum cognoscere causas', cercare di capire perché le cose avvengono".

 

 

Da qui la conclusione con cui mette al loro posto gli autori della missiva: "Esorto gli estensori dell’accusa a coltivare la lettura e, volendo, a qualche parola di rammarico". A redigere le accuse, due organizzazioni indipendenti attive sui temi dei diritti, ossia la Federazione italiana dei diritti umani e la Open dialogue. A portarla a Montecitorio però Lia Quartapelle, Andrea Romano a Riccardo Magi.

 

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