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Omicron, Matteo Bassetti: "Il 92enne che ho ricoverato...", la verità che ci nascondono

Daniela Mastromattei
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Non ha dubbi Matteo Bassetti: «Ancora un paio di settimane, forse meno. Una decina di giorni e i casi di Covid-19 dovrebbero iniziare a calare, come avvenuto in Portogallo. Bisogna però abituarsi ai 150 mila al giorno che equivalgono ad almeno 350mila reali, ma forse di più: molta gente non fa il tampone o se lo fa a casa non lo dichiara». Ha spiegato all'Agi il direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, in relazione all'aumento dei casi Covid che ieri hanno superato i 130mila giornalieri. «È evidente che vadano divisi i ricoveri "con" e "per" Covid. Io ho ricoverato un 84enne e un 92enne che sono entrati per un quadro respiratorio che in epoca pre-Covid avremmo gestito a casa precisa -. Ora finiscono tutti in ospedale. Prima venivano gestiti a casa. C'è un errore di confronto enorme con il passato: è cambiato completamente il paradigma di come viene gestito un paziente con febbre o pochi sintomi. Tutti i soggetti più a rischio vengono gestiti ora in ospedale». E i numeri, secondo Bassetti, sono inequivocabili. «Tra il 70% e l'80% dei malati in ospedali in Liguria sono qui per motivi diversi dal Covid, pur essendo positivi. Al San Martino siamo all'85% e solo tra il 10 e il 15% è qui per polmonite», racconta.

 

 

 


«Inoltre abbiamo tanti ingressi e poche uscite perché, fortunatamente, ci sono pochi morti: il 90enne che entra, esce quasi sempre sulle sue gambe, ma lo tieni 3 settimane ricoverato». E con la sottovariante di Omicron BA.2.75, segnalata dall'India e "osservata speciale" perché sembrerebbe più contagiosa anche di Omicron 5 (si rischia un R0 superiore a 20), come la mettiamo? «Speriamo non prenda il sopravvento», si augura Bassetti. «Occorre fare attenzione senza allarmare troppo le persone», ribadisce l'infettivologo. «In Italia, da quando la Nazionale ha avuto problemi con le qualificazioni, lo sport nazionale non è più il calcio - sottolinea l'infettivollogo- Lo sport nazionale praticato da molti che giocano a fare il dottore o che credono di saperlo fare è l'allarmismo mediatico sul Co vid. In Italia ci riesce benissimo. Siamo campioni del mondo (di diritto)», conclude l'esperto.

 

 

 

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