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Domani, per il giornale di De Benedetti "il problema sono i campagnoli

Francesco Storace
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Roba da mani nei capelli. Nel tentativo di riuscire a capacitarsi della netta sconfitta della sinistra, certo giornalismo le inventa tutte per offrire una giustificazione ai propri riferimenti politici. Non si tratta di partiti e correnti, ma di chilometri, confini, scarpe adatte. È come se la colpa della vittoria del centrodestra fosse tutta del responsabile dell'organizzazione del Pd, non del segretario del partito, poverino. Chi doveva preparare l'istruttoria sulle candidature nei collegi non aveva consultato google maps, evidentemente.

 

La ridefinizione dei nuovi collegi dopo il taglio dei parlamentari a cui praticamente tutti hanno detto sì, ha accorpato a Modena - ecco l'esempio trovato per giustificare la bocciatura del sindacalista ivoriano Aboubakar Soumahoro, poi ripescato nel proporzionale - aree periferiche e rurali che votano la destra. Ohibò, non esistono più quei compagni che mettono il santino elettorale in tasca e vanno a votare secondo le indicazioni del p-a-r-t-i-t-o. Il caso della città emiliana «dimostra che con questi collegi il Pd non può vincere».

È il nuovo scoop del giornale di Carlo De Benedetti, Il Domani. Mica le strategie sballate, e nemmeno le politiche folli proposte da Enrico Letta. Macchè, il problema del Pd è che non ci sono più i contadini di una volta...

UNA QUESTIONE DI CONFINI
Insomma, la colpa di una sconfitta rovinosa è dei collegi e non di una sinistra giudicata indecente dagli elettori in ogni parte d'Italia, centrale o periferica che fosse. Parlano del collegio di Modena e dimenticano il dettaglio che hanno prevalso alla Camera in appena 12 collegi e al Senato in 5. L'armata del centrodestra ha vinto 121 sfide per Montecitorio e 56 per Palazzo Madama.

 

Nella ricerca delle analisi più pazze del mondo, punta dritto al podio proprio il direttore de Il Domani, Stefano Feltri - niente a che vedere con il Maestro Vittorio - novello Alberto Sordi del giornalismo («a noi c'hanno rovinato gli americani»).

Cerca cerca, sono riusciti finalmente a trovare la causa della devastante sconfitta nei territori: i confini dei collegi uninominali. Eppure era noto: se deputati e senatori sono di meno, è evidente che avranno di fronte territori più vasti per dover conquistare i voti necessari. Che facciamo? Torniamo a mille parlamentari o il Pd si adegua ai nuovi collegi?

Ma loro niente, al Domani è tutto chiaro. Di fronte ai troppi trombati eccellenti, ci sarà un motivo, si sono detti in redazione. Non per la arroganza dei candidati paracadutati o per la loro lontananza dalla società reale; no, sono stati i chilometri da dover percorrere. Giacca e cravatta per il centro delle città, stivali e maglione nelle periferie. Perché un conto è potersi muovere nella ztl, altro è scarpinare per le campagne. Vuoi mettere tornare alla porchetta dopo aver pasteggiato per anni con caviale e champagne?

TROPPO LONTANI
E così la riduzione dei parlamentari con il conseguente ampliamento dei collegi ha scombinato i piani della sinistra. Come se il problema delle modifiche territoriali non riguardasse pure il centrodestra. Semplicemente nel campo rosso c'è la lontananza dai territori, la fine del radicamento nelle città. E la scarsa capacità di applicare una legge elettorale che proprio il Pd- con Renzi - volle approvare, "aggravata" dal referendum sul taglio dei parlamentari. I paracadutati - e a iosa, anche in maniera indecente - li hanno avuti tutti. Anche il centrodestra, certo, che però competeva col favore popolare alle sue spalle. Ma se corri con il vento contrario devi saper scegliere candidati conosciuti più agli elettori locali che alla grande platea nazionale. Si sono trombati da soli.

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