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Papa Francesco riceve padre Georg: "Nessuno può dirlo, forse..."

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Colpo di scena in Vaticano: questa mattina Papa Francesco ha ricevuto in udienza monsignor Georg Ganswein, arcivescovo titolare di Urbisaglia e Prefetto della Casa Pontificia. Lo fa sapere la Sala Stampa Vaticana. Monsignor Ganswein è stato soprattutto il segretario del Papa emerito Benedetto XVI, venuto a mancare pochi giorni fa. E da qualche giorno stanno uscendo le anticipazioni sul suo libro di prossima uscita, che contiene diversi attacchi frontali proprio su Bergoglio, oltre a diversi retroscena sull'avvicendamento e la convivenza tra Papa Ratzinger e lo stesso Santo Padre, dal 2013 a oggi.

Il faccia a faccia in Vaticano tra Francesco e monsignor Georg segna dunque uno sviluppo fondamentale, anche per la futura coesistenza tra l'ala cosiddetta "progressista" della Chiesa, che si riconosce nella figura del Pontefice argentino, e quella più tradizionalista incarnata in questi anni proprio da Ratzinger, di cui Ganswein è indubbiamente l'erede "spirituale".

Nel suo libro, l'ex sottosegretario di Benedetto ha raccontato di essere rimasto scioccato quando Francesco lo rese un prefetto dimezzato: "Lui mi guardò con espressione seria e disse a sorpresa: 'D'ora in poi rimanga a casa. Accompagni Benedetto, che ha bisogno di lei, e faccia scudo'. Restai scioccato e senza parole. Quando provai a replicare, chiuse seccamente il discorso: 'Lei rimane prefetto, ma da domani non torni al lavoro'. In modo dimesso replicai: 'Non riesco a capirlo, non lo accetto umanamente, ma mi adeguo soltanto in obbedienza'. E lui di rimando: 'La mia esperienza personale è che accettare in obbedienza è una cosa buona'. Tornai al Monastero e lo raccontai a Benedetto, il quale commentò in modo ironico: 'Sembra che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode!'.  

In una intervista al Die Tagespot, mons. Ganswein nei giorni scorsi ha detto che la stretta operata da Bergoglio sulla messa in latino sarebbe stata un dolore per Ratzinger. Domenica il Papa, all'Angelus, pur non nominando mai Ganswein, ha usato parole eloquenti dicendo che "il chiacchiericcio è una arma letale", e aggiungendo: "Chiediamoci: io sono una persona che divide o condivide? Io sono discepolo dell'amore di Gesù o un discepolo del chiacchiericcio che divide?". Parole che molti commentatori hanno ricondotto proprio alla disputa mediatica innescata dal monsignore e accolte con grande gelo dagli uomini più vicini a Bergoglio tanto da far dire al cardinale Leonardo Sandri, fino a novembre scorso prefetto del dicastero vaticano per le Chiese orientali, che quanto dichiarato da Ganswein "ricade sotto la sua responsabilità" e "nessuno può dire" se siano fondate o meno le affermazioni che attribuisce a Benedetto. Di fatto, un indiretto sospetto di aver mentito per screditare il Pontefice in carica.

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