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Soumahoro "un danno per noi africani": un insospettabile attacco

Andrea Tempestini
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In certe occasioni il mestiere di giornalista si esaurisce, o quasi, nell’aprire e chiudere le virgolette per riportare al loro interno il pensiero di un’altra persona. E questa è una di quelle occasioni che ha il pieno potenziale per esaurirsi in un copia e incolla.

Il soggetto è Aboubakar Soumahoro, il deputato ivoriano ed ex sindacalista dei braccianti, la cui stella si è esaurita in un solo bagliore dopo l’arrivo in Parlamento, spenta dall’inchiesta “tutta in famiglia” che ha colpito moglie, suocera e, per ovvia prossimità, anche Aboubakar. Mentre il “copia e incolla”, quello che riportiamo tra virgolette, è il pensiero di Maria de Lourdes Jesus.

Prima, però, è necessario un po’ di contesto. Maria De Lourdes Jesus nacque a Vila da Ribeire Brava, a Capo Verde. A 12 anni emigrò a Lisbona, dunque nel 1981 raggiunse Roma. Aveva 15 anni, lottò, riuscì a studiare e a laurearsi in pedagogia e divenne una giornalista che ha scritto un pezzo di storia del nostro Paese: nel 1988 fu la prima immigrata africana a condurre in Rai, il programma si chiamava Nonsolonero, una rubrica del Tg2 sul tema dell’immigrazione che chiuse i battenti nel 1994. Poi collaborò ad altre trasmissioni televisive e radiofoniche e vanta una nutrita serie di pubblicazioni.

 

VITTIMISMO
Ora, apriamo le virgolette e riportiamo quanto Maria De Lourdes ha scritto sui social: «Eh no, Soumahoro, tu non ti puoi permettere di fare il “poverino”, e metterti a piangere pubblicamente spettacolarizzando in questo modo ridicolo il tuo vittimismo. Mi sono davvero vergognata di vederti in quello stato pietoso. Anche se sei stato accusato ingiustamente, quel tuo modo poco dignitoso di reagire non è degno di una persona adulta, matura, con quella straordinaria esperienza alle spalle e con tutti i mezzi legali a disposizione per difendersi. Sei stato un uomo di grandi lotte per i diritti sindacali dei braccianti e degli immigrati. Sei riuscito a riportare alla ribalta, e soprattutto nei mezzi di comunicazione, temi riguardanti lo sfruttamento degli immigrati, il razzismo, la richiesta della legalizzazione e la cittadinanza ai figli di immigrati arrivati piccoli o nati in Italia. Sei riuscito a entrare nel Parlamento italiano infrangendo così il tetto di cristallo. Sei entrato nella storia di questo Paese e con te il mondo dell’immigrazione, fondamentale soprattutto per i giovani della comunità africana che vedono in te (se non la certezza) almeno la speranza di un mondo migliore anche per loro. Che tristezza. Onorevole Soumahoro, lei rappresentava una immagine molto bella e positiva dell’Africa e degli africani in Italia. Un’immagine vincente che ci rendeva tutti molto orgogliosi. Lei si rende conto del danno che ha causato all’immagine degli africani in questo paese? Basta poco per distruggere, ma in questo momento storico parliamo di peggiorare l’immagine degli africani e di tutte le minoranze in Italia. No Onorevole, lei non si può permettere di spargere lacrime nei social. La prossima volta lo faccia privatamente, per favore!». Chiuse virgolette.

RAZZISTI?
Come detto in premessa, c’è poco da aggiungere. Se non che il pensiero dell’insospettabile Maria De Lourdes Jesus è stato riportato sul Corriere della Sera da Gian Antonio Stella, altrettanto al di sopra di ogni sospetto. E Stella chiosava: «È razzista anche Lou? Ma dai...». Perché il punto è proprio quello: Soumahoro- che non è indagato, doveroso ricordarlo- per respingere il gravoso carico della vicenda che ha coinvolto la sua famiglia, ha pianto - letteralmente - e ha accusato gli italiani, certo non tutti, di razzismo. Il riferimento è al video dello scorso 20 novembre, quando in lacrime disse: «Voi mi disprezzate, mi odiate e io vado fiero del vostro odio perché volevate il neg*** di cortile. Io non lo sono mai stato, sono una persona integra, pulita». Un video che di fatto ha anticipato e sintetizzato quella che sarebbe stata la sua “linea difensiva”, quella del non indagato ma «disonorato» Soumahoro: vittimismo e contrattacco, far leva sul pregiudizio razziale e sull'emotività delle lacrime.

 

Maria De Lourdes Jesus nasce in Africa, quando arriva in Europa svolge lavori umili, la domestica a Lisbona - «mi trattavano malissimo» - e poi anche in Italia. «Resistere, resistere, nella convinzione che le cose sarebbero cambiate presto», spiegava in un’intervista a Pressenza. E così è stato: ha resistito e poi tutto è cambiato. Una storia che ricalca in toto quella di Soumahoro, almeno fino alle attuali conclusioni. Ed è proprio per queste attuali conclusioni, per «quel tuo modo poco dignitoso di reagire», che Maria ha dovuto scrivere quello che ha scritto su Aboubakar (e questa è l’unica considerazione personale che aggiungiamo a un articolo “copia e incolla”).

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