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Nicola Porro contro la sinistra: "Premesso che... l'unico loro successo"

Daniele Dell'Orco
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Il doppio standard è un marchio di fabbrica ideologico della sinistra. Non solo la storia recente, ma anche la cronaca quotidiana, offrono centinaia, migliaia di spunti buoni per sottolineare come, predicando belle cose il giorno prima, i progressisti razzolino malissimo quello dopo.

Nicola Porro, tra passato e presente, ha elencato ne Gli altarini della sinistra (Piemme, pp.192, euro 18,90) alcuni clamorosi esempi di doppi standard in materia di giustizia, immigrazione, media. Ma cos’è cambiato ora rispetto alla “solita” sinistra?
«Che questo processo ha compiuto un piccolo salto intellettuale: ora si sono messi ad insegnare ai liberali come essere liberali. Non solo hanno sbagliato storicamente su tante cose, ma iniziano a spiegare a noi che non siamo mai stati comunisti quali sono i loro errori del passato».

La persecuzione di Enzo Tortora, l’ultraortodossia giustizialista di Piercamillo Davigo, lo scandalo Soumahoro e altri. Come ha scelto questi episodi tra le migliaia che esistono?
«Ci sono dei campi in cui questa sorta di laboratorio sociologico è molto evidente, sono cartine di tornasole. La sinistra, che ci spiega come i poteri nella giustizia dovrebbero essere separati, la usa come una cinghia di trasmissione del progressismo mettendo in piedi un’osmosi ideologica tra politica e mondo giudiziario. Vogliamo parlare poi di ambiente? Uno strumento per il conseguimento di obiettivi tipici, come l’abbattimento del capitalismo e la rovina di chi fa impresa, tramite un tema che può sembrare eticamente molto condivisibile. $ marxismo con slogan diversi. E Soumahoro? Non ho nulla contro di lui, ma è la sinistra che ha sempre rimproverato alla destra di avere un pantheon di riferimenti sbagliati, eppure ecco chi si sceglie».

 



Non le sembra che questa sindrome sia tipica del progressismo internazionale e non solo italiano?
«Sì, è totalmente internazionale. Sono alla ricerca disperata di un modo per distruggere il modello capitalista colpevole di aver funzionato. Prenda l’affermazione di un liberale in Argentina, Milei, e un sovranista in Olanda, Wilders. Il Corriere della serali ha considerati “nemici della società aperta” popperiana. Usano Popper per colpire la destra, e poi magari considerano un esponente della società aperta uno come Sanchez, che in Spagna controlla la magistratura, che contro l’immigrazione usa strumenti che in Italia farebbero rabbrividire e che coltiva alleanze pericolose per la democrazia occidentale».

Com’è possibile teorizzare il primato dell’uguaglianza ma poi vivere di complessi di superiorità?
«Loro hanno creato la fake news economica degli ultimi 40 anni, ovvero che il problema economico mondiale sia la disuguaglianza. No, il problema è la povertà che si distrugge rendendo i poveri meno poveri e creando quindi lavoro. Loro invece non smettono di fare i radical chic, ma come dice Tom Wolfe...».

Cioè?
«È come nella sua opera, quando Lenny Bernstein nella casa sulla Fifth Avenue voleva solo domestici bianchi perché stava ospitando la raccolta fondi per Black Panther. Ecco, i progressisti vogliono persone che gli servono la tavola, ma non di colore. L’unico servitore deve essere uomo, bianco, eterosessuale e occidentale. Guardi cosa stanno combinando sul tema dei femminicidi: raccontano la responsabilità collettiva dell’uomo, ma è palese sia un veicolo ideologico e che intendano l’equazione maschio e conservatore».

 

 

E nel frattempo appoggiare gli antioccidentali, tipo Hamas...
«Una contraddizione gigantesca. Che poi se ci dovesse essere qualcuno pronto a dover difendere senza se e senza ma realtà come i kibbutz israeliani dovrebbero essere loro. Invece simpatizzano per Hamas persino di fronte a una tregua, quella concessa da Israele, che è un regalo fatto ai terroristi, un orrore della storia basato sul principio che i bambini possano essere trattati come merce di scambio».

In un momento recente, la morte di Silvio Berlusconi, una parte della sinistra a parole ha fatto mea culpa, quasi rivalutando le doti politiche del Cavaliere che lei stessa aveva demonizzato in ogni maniera. Riabilita i nemici del passato per colpire quelli attuali, Salvini e Meloni...
«L’idea è quella di delegittimare l’avversario purché sia. La finta piroetta su Berlusconi non è affatto una lezione imparata, anche perché, se vuole, il governo odierno altro non è che il frutto dello schema che Berlusconi inventò nel ’94. La rivoluzione liberale non l’avrà fatta, ma il centrodestra unito l’ha creato eccome».

Certo che, con la sinistra che perde sempre più voti, la destra non dovrebbe smettere di darle buoni consigli?
«Non si lasci ingannare dai voti. Non sono arretrati, lo dimostrano le campagne “rivoluzionarie” che stanno contagiando tutti. Se oggi dubitando di inquinamento antropico, di vaccini e di patriarcato, siamo tutti obbligati a dire i vari “premesso che sono contro la violenza, premesso che sono vaccinato, premesso che il clima stia cambiando” si tratta di un loro successo».

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