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Flavio Briatore, "gli do la mer***a e vaf***lo": sbotta ad Atreju

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Finalmente "abbiamo un Ministero del Turismo", dice Flavio Briatore ad Atreju, complimentandosi con l'amica, collega e socia Daniela Santanchè. Quel che manca, però, è la cultura degli italiani e soprattutto uno Stato amico, per imprenditori e turisti italiani e stranieri. 

"Il turismo si deve insegnare alle elementari perché è la più grande azienda che abbiamo in Italia - premette il patron del Billionaire dal palco del dibattito Italia stupor mundi: alla scoperta della bellezza -. Ma perché la gente non viene da noi? Ogni volta che cerchiamo di fare gli investimenti è una follia: permessi e contro-permessi, commissioni formate da gente che è contro le imprese. Tutte queste commissioni, enti e sigle, sono tutti contro. Loro sperano che tu non apra mai".

 

 

 

L'Italia sta subendo il sorpasso di mete come Grecia e Turchia. I motivi sono molteplici, ma tutti molto chiari secondo Briatore che li snocciola uno a uno. "Abbiamo degli alberghi che fanno schifo. Io che non vivo in Italia posso dare un giudizio e dico quello che penso. Ognuno di noi si deve prendere le sue responsabilità". C'è poi il problema della burocrazia quotidiana: "Qui lo sci d’acqua non si può fare, ci vuole la patente pure per mangiare una focaccia".

 

 

 

Altro aspetto: i raggiri ai danni dei nostri ospiti. "L’Italia è il paese in cui i turisti stanno meno perché li fregano sempre. Abbiamo quella cultura di fregare la gente, tanto dicono: questo è arrivato dalla Polonia, viene due giorni e non lo vedo più e il cappuccio invece di 5 euro lo faccio pagare 10 euro, gli do la m***da da mangiare, tanto non lo vedo più, vaffanc***o’". E tanti saluti. 

 

 

 

Ultimo punto: la cultura del sospetto che è nemica dell'accoglienza. "Abbiamo 7 mila chilometri di costa e non abbiamo una bandiera welcome (benvenuti, ndr) perché pensano che chi ha le barche sia un evasore fiscale. Io sono il classico esempio, mi hanno rotto le p***le per 10 anni, poi mi hanno assolto, perché sembrava che avessi rubato chissà che cosa". Bisogna, in sostanza, fare tutti un salto di qualità: "Dobbiamo avere un turismo che lasci del denaro sul paese: un turismo ricco lascia un indotto, un turismo povero porta via la roba a te. Dobbiamo pensare quale turismo vogliamo e semplificare tutto".

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