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Soumahoro, i soldi delle coop di moglie e suocera alla funzionaria del Campidoglio

Alessandro Gonzato
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Giorno che passa, sospetto che spunta. Una funzionaria del Comune di Roma – stando agli investigatori – avrebbe ricevuto direttamente sul suo conto corrente 24.800 euro dalla cooperativa Karibu, gestita dalla suocera di Soumahoro, Marie Therese Mukamitsindo, e in cui ha lavorato anche Liliane Murekatete, moglie del deputato. Le due, lo ricordiamo, sono agli arresti domiciliari con le accuse, a vario titolo, di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione), e autoriciclaggio. Sono indagati anche i due cognati di Soumahoro, Michel Rukundo e Richard Mutangana. Veniamo ai 24.800 euro.

OPERAZIONI IN SERIE - I soldi sarebbero stati inviati in tre giorni, dal 16 al 19 settembre 2022, con due bonifici differenti. La novità, emersa dagli atti dell’inchiesta, si legge in un’informativa della Guardia di Finanza. La dipendente di Roma Capitale è anche titolare di uno studio professionale di consulenza al Pigneto, quartiere alla moda, è esperta di immigrazione e del terzo settore. Ha lavorato anche con l’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, e LazioCrea, che affianca la Regione nelle attività tecnico-amministrative. Le cooperative dei familiari di Soumahoro – oltre a Karibu gestivano anche il Consorzio Aid – si occupavano dell’accoglienza e della gestione dei richiedenti asilo: stando all’accusa i vertici avrebbero sperperato oltre due milioni di fondi pubblici in viaggi, vestiti di lusso, ristoranti e alcolici. Per il commissario liquidatore della Karibu l’importo sarebbe addirittura superiore. Va sottolineato che al momento la dipendente del Comune di Roma non è indagata.

 

 

Nemmeno l’ex compagno, anche lui dipendente pubblico con connessioni nell’ambito degli stranieri e del terzo settore (ha uno studio amministrativo all’Eur e pure lui un passato in LazioCrea). L’uomo avrebbe ricevuto dalla Karibu 29.276 euro. Il totale fa – farebbe – 54.076. Nel caso dell’uomo si tratterebbe di tre bonifici effettuati tutti il 15 settembre 2022.

La coppia, infine – sempre stando ai sospetti della Guardia di Finanza – nel 2021 avrebbe incassato dalla cooperativa 33.904 euro: 24.336 lei, 9.568 lui. Il conte finale, dunque, sarebbe di 87.980 euro.

Altri dettagli. Il Comune di Roma, per accogliere i minori stranieri, nel 2017 ha dato alla Karibu 279.378 euro; 753.532 nel 2018; 608.240 nel 2019; nel 2020 il Campidoglio ne ha versati 124.154; 56.466 nel 2021; nel 2022 la somma è di 197.598. Un milione 400mila euro in 6 anni. In questo periodo – anche di questo devono rispondere moglie e suocera di Soumahoro – i migranti ospitati nelle strutture delle cooperative sarebbero rimasti spesso al freddo, in locali fatiscenti e spesso costretti a mangiare cibo di scarsissima qualità. Nei giorni scorsi avevamo dato conto di un altro sospetto sulla consorte del deputato ivoriano – sollevato dagli investigatori ossia che Murekatete si sia comprata una cucina da 11.500 euro, sempre coi fondi destinati all’accoglienza.

 

 

I MUNICIPI COINVOLTI - Ieri, intanto, al tribunale di Latina doveva essere il giorno dell’udienza preliminare nei confronti dei familiari di Soumahoro (non indagato) sui mancati pagamenti degli stipendi agli ex lavoratori delle coop, inchiesta partita su impulso del sindacato Uiltucs (assistito dagli avvocati Giulio Mastrobattista e Atena Agresti) che ha fatto esplodere il caso nel 2022. L’udienza è stata rinviata al 22 marzo per dare la possibilità alle difese di analizzare la costituzione di parte civile avanzata dal sindacato, ministero degli Interni rappresentato dall’Avvocatura dello Stato, e alcuni enti locali, e qui va sottolineato un dettaglio, diciamo così: solo un’amministrazione di centrosinistra tra quelle coinvolte nei progetti di Karibu e Consorzio Aid si è costituita parte civile, Roccasecca dei Volsci. Capofila dei Comuni che chiedono i danni ai vertici delle due coop è invece quello di Latina, guidato da Fratelli d’Italia. È amministrato dal centrodestra il municipio di Monte San Biagio, che contesta il “danno di identità culturale” dovuto alla sua “lunga tradizione” in fatto di accoglienza.

«Ancora oggi (ieri, ndr) abbiamo gridato le difficoltà dei tanti lavoratori rimasti senza un impiego a causa dei rappresentanti di Karibu e Consorzio Aid», si è lamentato Gianfranco Cartisano, a capo della Uiltucs di Latina. «Queste persone», ha continuato, «sono rimaste senza un lavoro in un settore dove il lavoro c’era, perché non era in crisi. Pretendiamo verità, giustizia e dignità. Le amministrazioni comunali che attivavano progetti e convenzioni con le due cooperative dov’erano? Perché non controllavano?». Fuori dal tribunale la protesta contro la famiglia di Soumahoro da parte di alcuni immigrati. 

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