Compagni che odiano i fascisti. Ma che alla fine si mettono a litigare con altri compagni. La protesta organizzata a “Più libri più liberi” contro la casa editrice “Passaggio al bosco”, accusata di essere nazifascista (! ), ha finito, come al solito, per dividere la sinistra. Che fare di fronte alla grave provocazione di chi pubblica libri che non piacciono ai progressisti? Restaurare una casa? stare gli stand? Fare un sit-in? Il dibattito si è acceso subito, e in alcuni momenti i toni si sono alzati al di sopra del livello di guardia... A far esplodere il caso, come sappiamo, è stato Zerocalcare. Con queste parole: «Ciao, purtroppo non sarò a “Più libri Più liberi”. Ognuno c'ha i suoi tavolotti, questo è il mio: non si spazi condivisi con i nazisti». Da qui in poi, il caos. Riassumiamo brevemente le varie posizioni dei guru antifascisti...
La storica Michela Ponzani, al contrario del fumettista tormentato, ha deciso di andare: «Bisogna esserci: la storia dimostra che l'Aventino non porta fortuna». Zoro, da parte sua, ha allargato la questione: «Di fascisti è pieno il Paese e il problema di condividere lo spazio è ovunque». Corrado Augias ha preferito non farsi vedere: «Vi prego di comprendere le ragioni della mia assenza. Io sono favorevole alla tolleranza, c'è però una distinzione. Un conto sono gli intolleranti, un altro chi si fa complice del nazismo». Concita De Gregorio sembra non voler prendere una posizione netta: «È un tema grande e rilevantissimo. Come si affronta la propaganda capillare di chi diffonde idee politiche irricevibili in un Paese la cui Costituzione è antifascista?». Luciano Canfora, invece, è stato molto duro: «L'antifascismo da salotto fa ridere. Non si combatte contro i rigurgiti oi ritorni del fascismo con i divieti».
Petizione contro i libri "fascisti", firma un morto: la sinistra si copre di ridicolo
All'ultima crociata della sinistra contro "i fascisti" partecipa anche... un morto: è l'ultima ...Fermiamoci un attimo a riprendere fiato. Come vedete le dichiarazioni sono state a volte anche aspre. E quando il gioco si fa duro, non può non scendere in campo Massimo Giannini, che si è schierato dalla parte di Zerocalcare e Augias: «Non riesco a denunciare l'odiocrazia che dilaga in rete e poi accettare che in una bella rassegna di editori abbiano pari diritto di tribuna i pensieri di Piero Gobetti e quelli di Junio Valerio Borghese». Il Partito democratico, per fare qualcosa, ha protestato sventolando un po' di bandiere fuori dalla fiera. «Manifesteremo», ha spiegato Enzo Foschi, segretario del Pd di Roma, «ogni volta che c'è bisogno di ribadire che il fascismo non è un'opinione ma un crimine». Christian Raimo, sempre in prima fila quando c'è da fare un po' di cagnara, l'ha sparata grossa: «Quest'anno c'è stata una sottovalutazione, bisogna trovare un modo non tanto di censurare dei libri (bontà sua, nda) ma di mettere un limite democratico». Tenetela a mente, questa cosa del “limite democratico” alla cultura, perché nelle prossime settimane rischia di diventare un tema...
E arriviamo al gran finale. Zerocalcare, tornando sulla sua scelta, ha alzato il tiro: «Non condivido spazi con i neonazisti, sono parte di una operazione del governo» (E ti pareva che non c'entrava la Meloni...). Ma si è beccato una dura reprimenda da Roberto Saviano: «Non ho paura dei libri. Ho sempre letto autori di destra, li conosco bene, ho paura delle posizioni puritane, chiamare al sabotaggio è una roba un po' scivolosa». Però, per non farsi scavalcare a sinistra, ha aggiunto: «Invece va fatta una manifestazione contro la partecipazione ad Atreju. Andare lì è legittimare una forma non democratica». Vabbè, vedremo come organizzeranno la prossima mobilitazione antifascista... Questa, a dire il vero, non è andata molto bene, tra liti a sinistra e incassi record agli stand degli editori di destra. Ah, poi ieri, lunedì, è arrivato anche il sondaggio di La7. E niente, Fdi rimane sopra al 31%... proporranno un limite democratico puro alle elezioni?




