"Nel disperato tentativo di attirare l’attenzione, il senatore Calenda continua a tirarmi in ballo. Ho deciso di non dargli corda per non alimentare i suoi giochini. Però di fronte a una falsità sesquipedale occorre per forza che intervenga, una tantum": Corrado Formigli, conduttore di Piazzapulita su La7, lo ha scritto in un post sui social, intervenendo dopo l'accusa del leader di Azione. "Sostiene il senatore che ‘i miei autori’ prima di una puntata gli abbiano detto ‘ci deve garantire che attaccherà Meloni’ e che la partecipazione alla parte di puntata sulla manovra economica sia saltata perché lui non avrebbe dato disponibilità ad attaccare la presidente del Consiglio. Questa affermazione è falsa e diffamatoria", ha spiegato il giornalista.
Per il conduttore, "gli autori di un programma, quando sentono un ospite prima della puntata, chiedono a lui o, come nel caso di Calenda, al suo portavoce, che posizione abbia sui temi da dibattere al fine di comporre un parterre equilibrato e dialettico. Nel caso di specie, essendo stato invitato Italo Bocchino, sostenitore della manovra, gli autori si sono sincerati su quale fosse l’opinione in merito di Calenda per evitare posizioni troppo sovrapponibili. Si tratta del normale lavoro di qualunque autore televisivo, mestiere le cui regole Calenda evidentemente ignora o finge di ignorare. Non è però consentito al senatore mentire spudoratamente per farsi pubblicità: la sua presenza al talk sulla manovra, dopo vari scambi di messaggi tra i miei autori e il suo portavoce, è stata confermata alle 10.33 di giovedì mattina".
Carlo Calenda, il retroscena su Piazzapulita: "Volevano che parlassi contro Meloni"
Un clamoroso retroscena, direttamente da La7. Il leader di Azione Carlo Calenda, intervistato dal podcast di Ivan Grieco...Poi, ci sarebbe stato un contrattempo: "Successivamente è però avvenuto un imprevisto: Monica Maggioni, invitata per un confronto col professor Jeffrey Sachs, è stata costretta a cancellare la sua presenza per ragioni strettamente personali. A quel punto, essendo rimasto Sachs senza interlocutore, abbiamo chiesto se fosse disponibile a spostarsi dal blocco sulla manovra a quello con Sachs per dibattere con lui di Ucraina e situazione internazionale". E ancora: "Il senatore ha accettato di buon grado, nonostante abbia gridato successivamente urbi et orbi che invitare Sachs in tv sia indegno. Non abbastanza, a quanto pare, da rifiutare di confrontarsi con lui. Ultima nota: il senatore Calenda sa benissimo di essere stato spostato con Sachs per via del forfait di Maggioni, eppure sostiene pubblicamente che la ragione siano le sue posizioni non abbastanza anti-meloniane sulla manovra. Mentire per un politico ed ex ministro è una cosa seria, altrove ci si dimette. E con questo credo che sul senatore Calenda sia tutto. La prossima volta, se accetterà di rinunciare all’immunità, ci vediamo in tribunale".
Una sfida che sembra essere stata raccolta da Calenda, che su X ha scritto: "Nel disperato tentativo di buttare la palla in calcio d’angolo parli d’altro Corrado. Confermo parola per parola quanto ho detto. Rinuncio volentieri all’immunità parlamentare e ci vediamo in Tribunale. Questo modo di fare spettacolo per cui i politici si invitano a condizione che recitino una parte è un vizio insopportabile dell’informazione italiana, come quello di invitare propagandisti di Putin pretendendo anche che vengano lasciati mentire indisturbati. Vedi il caso Sachs. Mi spiace ma è un misto di faziosità e pessima informazione che fa male alla democrazia italiana".




