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Fiom manifestazione contro il governo

I "compagni" fanno blocco e sfilano fischietto in bocca per contestare le scelte di palazzo Chigi sul fronte lavoro. Ci saranno i grillini e i dem Civati, Orfini e Barca. Non va Epifani

Ignazio Stagno
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La Fiom scende in piazza oggi, sabato 18 maggio a Roma per protestare contro le piolitiche del governo sul fronte del lavoro. Ma scenderà solo la Fiom di Landini in piazza? No. Si radunano tutti, l'ala sinistra del Pd, il Movimento Cinque Stelle con in testa Stefano Rodotà. E' questo l'elemento inedito della piazza di Roma. Ci sarà anche Sel. Insomma tutto il blocco antiCav e una parte del Pd che a denti stretti protesta contro quello stesso governo che oggi in parlamento appoggia. Il neosegretario democratico Guglielmo Epifani non parteciperà. Il suo no è arrivato all'ultimo minuto per una questione di opportunità politica, anche se Epifani ha detto di non voler rinunciare al rapporto con i sindacati. Lui, ex segretario generale della Cgil sa bene che la Fiom e i sindacati rossi sono un bacino di elelttorato che non può essere lasciato nelòle mani di Vendola o di Grillo.  I "compagni" antiCav -  Così arriva la pattuglia del Pd che fa buon viso a cattivo gico. In prima fila in piazza ci sono Pippo Civati, e poi Fabrizio Barca, Paolo Nerozzi, Vincenzo Vita, Corradino Mineo, Matteo Orfini e anche Gianni Cuperlo. Insomma in piazza vanno tutti i piccoli big in corsa per la poltrona di Epifani al prossimo congresso. Non ci sarà nemmeno Stefano Fassina: "Faccio il viceministro dell'Economia e non credo sia utile che il governo giochi due ruoli nella stessa partita". Già il governo no ma il suo Pd sì. E dietro ai democratici tutto il gruppetto di rappresentanti di quella folla che contestava il Cav a Brescia. Il "vip" è Stefano Rodotà, e dietro di lui tutti: Gino Strada, Sandra Bonsanti, Gustavo Zagrebelski, Paolo Flores D'Arcais, Fiorella Mannoia, Andrea Camilleri, Don Ciotti e Nichi Vendola. E dalle ferie spunta anche Antonio Ingroia, toga in spalla e pugno chiuso  Prima il lavoro poi l'Imu - Landini durante il suo intervento ha affermato che la manifestazione "non è contro qualcuno, ma di proposta per rivendicare il cambiamento. Le scelte dei governi Berlusconi e Monti sono all'origine della situazione pesantissima che stiamo vivendo. C'è bisogno di rimettere al centro il lavoro". Poi sul decreto varato venerdì dal Consiglio dei ministri Landini dice: "Sicuramente è un primo passo ma non è sufficiente. Bisogna ragionare - spiega - oltre l'emergenza. Occorre il blocco licenziamenti e la riforma degli ammortizzatori sociali, con l'estensione della cassa integrazione facendo pagare a tutti un contributo. L'Imu va mantenuta per le grandi proprietà". Poi l'attacco alla sinistra: "Non capisco come si può essere al governo con Berlusconi e avere paura di essere qui". Anche Vendola è critico con le misure del governo e detta ancora l'agenda al premier: "Chiedo di trasformare le proroghe di cinque mesi dei contratti della pubblica amministrazione in un processo di stabilizzazione, come fece il governo Prodi".   Tradimento storico - Ma a criticare il governo Letta c'è anche Gino Strada. Il fondatore di Emergency ora fa la voce grossa e da buon grillino ne ha per tutti: Spero che il governo finisca al più presto. Ormai esiste una distanza siderale tra la vita degli italiani e quella della Casta politica. Siamo passati dal compromesso storico al tradimento storico. La Fiom è, in questo momento, una delle poche realtà in grado di dare voce a quel Paese che voce non ha più. Se si guarda alle condizioni di lavoro e di vita, è difficile immaginare un Paese più incivile". E ancora: "Il lavoro, la qualità della vita della persone non interessano la Casta politica, lo abbiamo visto per decenni e di recente è stato riconfermato con forza". (I.S)

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