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M5S, Gambaro: "Voglio pubbliche scuse da Grillo"

Adele Gambaro

Andrea Tempestini
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Il dado è tratto. La guerra è aperta. Ad essere aperto come una scatola di tonno non è il Parlamento, ma il Movimento 5 Stelle. Lo scontro frontale è tra la senatrice Adele Gambaro e Beppe Grillo. La prima ha accusato il capo: "Colpa tua se abbiamo perso. Colpa dei tuoi post. Pensa meno al blog e vieni in Parlamento". Lui ha risposto chiedendone l'espulsione e bollandola come una che "non vale niente". Ma Gambaro non molla. Anzi rilancia. "Nessun passo indietro, non vado al Gruppo misto". Poi la bomba: "Beppe Grillo mi ha offesto, voglio pubbliche scuse".  "Sono una signora" - La Gambaro ha nuovamente estratto la pistola dalla fondina al termine della riunione congiunta delle commissioni Esteri e Difesa: "Non voglio fare nessun passo indietro. Assolutamento non passo al Misto. Rimango nle Movimento 5 Stelle fino a quando non mi espellono". Risponde così la senatrice all'invito ad "andarsene" di Grillo, e aggiunge: "Sono tranquillissima" perché "non ho detto nulla di male e c'è stata questa reazione spropositata. Il porblema è lui - ribadisce -, non sono io". Se ancora non fosse chiaro, ripete ancora: "Non me ne voglio andare perché i rapporti al gruppo al Senato sono buoni". Quindi la nuova sfida lanciata al capo: "Grillo deve stare attento, non è più un uomo qualunque, rappresenta milioni di italiani. Io non ho offeso nessuno e sono stata offesa. Pretenderò pubbliche scuse da Grillo. Sono una signora, ho una certa età e lui mi deve rispetto. Certo - conclude - se poi mi espellono non opporrò resistenza".  "Perché non ti dimetti?" - Grillo dopo qualche ora a replicato: "Dopo le dichiarazioni false e lesive nei confronti miei e del MoVimento 5 Stelle la senatrice Gambaro ha dichiarato: Spero solo che tutto questo can can passi in fretta. Cosa farò adesso? Non lo so, valuterò se andare al Gruppo Misto. Per poi ripensarci". Il capo, insomma, la accusa di non essere coerente: "'Non ho assolutamente intenzione di passare al gruppo Misto. Io sono ancora nel M5S e ci rimango finchè non dovessero decidere di espellermi. Pochi mesi fa - si legge nel blog di Beppe -, prima di essere eletta, nelle sue dichiarazioni d'intenti, scriveva: Penso ad un Parlamentare che nel caso non fosse più in sintonia con il M5S, grazie al quale è stato eletto, la sua base, i suoi principi, semplicemente si debba dimettere. Cosa è successo in questi mesi? Perchè la senatrice non rispetta quanto promesso 'nero su biancò agli attivisti che le hanno dato fiducia con il voto delle parlamentarie?". Lo denuncio  - Ma la battaglia prosegue. A replica segue contro-replica. A riprendere parola è la Gambaro. I toni continuano a crescere: "Se Beppe Grillo mi minaccia lo denuncio". Così la senatrice, a colloquio con l'ex pentastellato Marino Mastrangeli (cacciato per "troppa" televisione), che le aveva mostrato dal telefonino l'ultimo post di Grillo sul blog. E parlando porprio degli articoli di Beppe, la Gambaro ha aggiunto: "Non li leggo più. Voglio restare serena. Ma se ci sono minacce valuterò se fare denuncia. Ne parlerà con il mio collaboratore, che è un avvocato". La guerriglia prosegue. E il Movimento si spacca. "Adele, vattene" - C'è chi come Vito Crimi, l'ex capogruppo al Senato, si schiera apertamente col capo: "Se siamo stati eletti lo dobbiamo a Grillo". Quindi annuncia un incontro proprio con la Gambaro, in cui la inviterà a decidere sul suo futuro. La tattica dei vertici del M5S è chiara: vogliono evitare l'espulsione, preferiscono che sia la dissidente ad "accomodarsi" fuori dal Movimento dopo aver accusato il "lider maximo" Beppe. "A me spiace - ha aggiunto Crimi - conosco la Gambaro e non aveva mai dato segni di disagio, almeno non con me. Siamo rimasti particolarmente scossi. Le sue dichiarazioni sono state forti e indiscutibili e non ci sono dubbi che non si sente più parte del Movimento". E ancora: "L'adesione a un gruppo è una scelta libera: stai nel M5S se continui a condividerne idee e proposte. Nel momento in cui hai qualche dubbio, se non ti senti rappresentato o rappresentativo di un gruppo, lo lasci come hanno fatto altri". Chiaro il messaggio: Adele, vattene. Spaccature - Ma sotto al cielo pentastellato non è tutto così semplice e definito. Le tensioni aumentano. La fronda cresce: tra i 30 e i 40 "cittadini" eletti in Parlamento sarebbero pronti ad approdare al gruppo Misto. Poi c'è l'ultima bomba è stata sganciata dal senatore Pepe, che ha sentenziato: "Il Movimento si autodistruggerà". Una considerazione condita da una critica esplicita a Grillo: "Non può reggere, ha 65 anni". Ma il fulcro delle tensioni resta il caso-Gambaro. Ne parla Luis Alberto Orellana, considerato un "dialogante", sconfitto da Nuti nella corsa per la poltrona di capogruppo a Palazzo Madama. "Resto amareggiato dalle parole di tutti e due. Da quelle di Grillo, ma soprattutto dalle parole di lei", ha democristianamente commentato. Poi c'è chi come il senatore Francesco Campanella sfida le fatwe del capo e si schiera con Gambaro: "L'espulsione? Non credo che avverrà, perché non porterebbe benefici al Movimento. Nel caso, mi opporrei".

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