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Montezemolo, Passera e Tosi, ecco gli aspiranti leader del centrodestra

Montezemolo, Passera e Tosi

Chi potrebbe correre se Marina Berlusconi non si dovesse candidare

Eliana Giusto
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Che ci sia o meno la ventilata accelerazione verso le urne, il centrodestra italiano ha un problema che prima o poi dovrà risolvere: chi fa il leader? Al momento, la prima ipotesi in caso di elezioni anticipate resta per forza di cose quella di Silvio Berlusconi, che in linea puramente teorica può correre, se non come deputato o senatore, come leader di coalizione, con un ruolo alla Beppe Grillo (anch'egli pregiudicato). Non sarebbe incompatibile neppure con una limitazione della libertà personale come quella dei domiciliari. Dovesse il Cavaliere decidersi al passo indietro o al ruolo di guru - alla Mandela - dagli arresti, la figlia Marina ha buone possibilità di trovarsi in fondo a una china politica fatta di inevitabilità e di debolezza del centrodestra, a prescindere dalle sue intenzioni. Ma ci sono altre figure che si stanno muovendo, con estrema cautela, in questa fase molto convulsa, che potrebbe portare anche a una frammentazione dell'area politica moderata. Chi l'ha fatto in maniera più scoperta è forse Luca Cordero di Montezemolo, da anni ai blocchi di partenza della politica e rimasto scottato dalla delusione montiana. L'ex presidente di Confindustria si è praticamente offerto come catalizzatore di una forza politica che, in fondo, più o meno sarebbe sempre il solito «rassemblement» sognato dal Cav. In quei giorni Montezemolo è stato anche ricevuto - proprio per parlare di questo - da Angelino Alfano. E forse non è un caso che giusto ieri Italia Futura abbia annunciato il proprio impegno per il sostegno ai referendum radicali sulla giustizia che stanno scaldando anche il Pdl. Lo stesso Alfano, poi, potrebbe giocare un ruolo di primo piano. Se non altro perché è pur sempre segretario del primo partito italiano, stando ai sondaggi. Tuttavia il vicepremier è assorbito nel ruolo di governo e non sembra prevedere per sé ruoli di frontrunner. Anzi, chi gli ha parlato non l'ha sentito ostile neppure all'ipotesi della discesa in campo di Marina. Che si chiami sezione italiana del PPE o partitone moderato, è probabile che questo contenitore - al quale chi nel Pdl tentò  di candidare Monti sta sempre lavorando in prospettiva - finisca per assorbire un Pier Ferdinando Casini o addirittura lo stesso Professore, alle prese con i cocci di Scelta Civica. Difficile però pensare a un ruolo di guida per Pier e Mario. Invece potrebbe anche farsi vivo Corrado Passera, che da Monti si è sfilato per tempo e, dopo aver congelato un libro-intervista previsto a ridosso delle politiche, sta scaldando i motori. Un assaggio di cos'abbia in mente è atteso al prossimo Meeting di Rimini. Passera interverrà il 22 agosto all'incontro «Politica ed economia: esiste un rapporto virtuoso?» con Bonanni, Bonomi, Delrio, Lombardi e Scholz. Poi c'è Flavio Tosi. Il sindaco di Verona sta creando una fondazione interpartitica dalla quale dovrebbe uscire un nuovo soggetto politico all'interno del centrodestra. Una sorta di Csu bavarese, post-leghista, con un occhio a tutta Italia. Sta raccogliendo, a fari spenti, adesioni disparate: Veneto, Palermo, Bari. E sta stilando, con un gruppo di fedelissimi, dieci punti per il rilancio dell'Italia. In risposta a Renzi, il sindaco gialloblu ha scelto Marco Benatti, di Fullsix, per la  comunicazione. L'obiettivo è partecipare alla battaglia del dopo Berlusconi, idea accarezzata invano anche nell'inverno scorso. (M.C.)

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