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A decidere la pena di Silviosarà il giudice che ha liberatol'uomo che gli tirò la statuetta

Matteo Legnani
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Ci sono domiciliari e domiciliari. E affidamenti ai servizi sociali e affidamenti ai servizi sociali. Mentre si discute febbrilmente quale possa essere il destino di Silvio Berlusconi, che (grazia non intervenendo) dovrà decidere entro il 15 ottobre quale forma di pena alternativa al carcere scontare, Il Fatto quotidiano (notoriamente addentro ai Palazzi della giustizia) rivela chi sarà a decidere come l'ex presidente del Consiglio, condannato a 4 anni per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset, dovrà scontare quella pena. Che sia l'affidamento in prova ai servizi sociali (dove, con che modalità, con che orari), o la detenzione domiciliare (dove, con che orari d'uscita, ecc...). Ebbene, la toga del Tribunale di sorveglianza in questione, manco a dirlo, è una donna e si chiama Beatrice Crosti. L'assegnazione è stata puramente casuale, nel senso che i fascicoli vengono assegnati ai vari magistrati in base alla lettera d'inizio del cognome e alla Crosti è toccata la B di Berlusconi. Eppure, il fato ha voluto che a Silvio venisse assegnato un giudice con un precedente a dir poco singolare: la Crosti, infatti, è la stessa che alcuni anni fa ha concesso la libertà vigilata a Massimo Tartaglia, l'uomo che nel dicembre 2009, a Milano, lanciò una statuetta del Duomo in faccia a Berlusconi, ferendolo gravemente. Beatrice Crosti non è però un giudice liber-tutti: spulciando nella sua storia personale, infatti, si scopre che fu lei a negare un permesso premio a Ruggero Jucker, il giovane milanese che strafatto di cocaina massacrò la fidanzata nel 2002; e esempre lei ha negato l'affidamento in prova ai servizi sociali a Fabrizio Corona. Come si comporterà, tra qualche settimana, nei confronti del suo "fascicolo" più delicato? Vota il sondaggio: secondo voi per Berlusconi è un male che il giudice di Sorveglianza sia una donna?

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