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Pdl, Berlusconi: "Tornerò in tv per spiegare tutto agli italiani"

Giulio Bucchi
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"Tornerò in tv a spiegare le mie ragioni e continuare la battaglia di libertà e democrazia". E' un Silvio Berlusconi combattivo e determinato quello che si è presentato al vertice Pdl di Villa San Martino, ad Arcore, davanti ai 20 "big" del partito che hanno ribadito il loro "no" alla decadenza del leader. C'erano tutti, tranne Nunzia De Girolamo, Gianni Letta e Raffaele Fitto. Al segretario Alfano, Daniela Santanchè, Denis Verdini e compagnia il Cavaliere ha annunciato che presto andrà in video a spiegare le ragioni della sua innocenza riguardo al processo Mediaset. E' convinto, e lo ribadisce, che la sentenza di condanna su Mediaset "è assurda. Io non devo andare agli arresti domiciliari né ai servizi sociali perché sono assolutamente innocente, non ho commesso nessun reato, figuriamoci se ho evaso". "Ho pagato sempre tutto e continuo ancora a pagare", sarebbe stato il   ragionamento del leader azzurro. L'ex premier è il primo a prendere la parola per rivendicare la sua innocenza e l'aggressione giudiziaria. In particolare, riferiscono, torna a prendersela con le "toghe rosse" di Magistratura democratica. Berlusconi, raccontano, non chiederà la grazia al Quirinale e assicura che l'amnistia non è mai stata ipotizzata. Vuole continuare a lottare, non si arrenderà. "Spero nel senso di responsabilità del Pd" - "Ho poche speranze, con questa gente non si può governare, ma non mi arrendo", avrebbe ribadito Berlusconi a proposito dei veti del Partito democratico sul voto per la sua decadenza da senatore. Anche se il margine delle trattative si è molto ridotto, "non ho ancora perso le ultime speranze e spero che il Pd tenga conto anche delle dichiarazioni di tanti illustri giuristi che non militano certo nel Pdl", avrebbe detto ancora l'ex premier. "Ho deciso di contribuire alla formazione del governo Letta per il bene del Paese e creare un clima di pacificazione", avrebbe poi spiegato Berlusconi, ribadendo che ora, però, la situazione è delicata. Stando alle dichiarazioni di suoi autorevoli esponenti, il Pd voterà la decadenza: "Credo che ho poche possibilità, ma continuo a sperare nel senso di responsabilità comune", ha chiosato il Cavaliere. E intanto metà partito, i cosiddetti falchi (dalla Santanchè a Verdini), avrebbero continuato a spingere per le urne anticipate, già in ottobre. Alla fine deciderà Silvio, come sempre.

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