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Matteo Salvini, il pizzino minaccioso dal Corriere della sera: il rischio che corre il leghista

Gino Coala
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Anche i più "duri e puri" rischiano di farsi inghiottire dal lato di Roma più godereccia. L'avvertimento, neanche tanto velato, arriva per Matteo Salvini dalle pagine del Corriere della sera: il ministro dell'Interno rischia di fare una finaccia se non mette subito fine alle sue partecipazioni a feste e festini, serate di gala e cene prestigiose. Leggi anche: Salvini, il retroscena sull'ordine ai leghisti: "Zitti e sorridete", così distruggerà Di Maio I precedenti non mancano nella storia recente della politica italiana: da Gianni Alemanno, che aveva promesso di fare il sindaco "operaio" di Roma, fino a Fausto Bertinotti, principe dei salotti romani, salvo poi pentirsene quando ormai con la politica non aveva più nulla a che fare. Lo stesso accadde a Umberto Bossi nel 1992, quando il senatùr parlava di "palude romana", per poi cominciare "ad apprezzare usi e costumi", scegliendo "ristoranti di solida tradizione e conti non proprio popolari, abitazioni nei quartieri 'giusti' e, via via, non hanno disertato inviti in accoglienti, facoltosi, tavolta nobili salotti".

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