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Sergio Mattarella, il rimpasto colpo di grazia al "partito del Presidente": slavina terrificante sul governo

Giulio Bucchi
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Più che rimpasto, terremoto. C'è la fila di ministri con gli scatoloni pronti e, sorpresa, potrebbero non essere quelli preventivati fino a poche settimane fa. Secondo un retroscena del Corriere della Sera, a soffrire maggiormente sarebbe il "partito di Mattarella", che riunisce gli uomini di fiducia del presidente. I ministri, cioè, più tecnici e meno politici: Giovanni Tria all'Economia, Enzo Moavero Milanesi agli Esteri, Paolo Savona agli Affari Ue. Quest'ultimo pare a un passo dalla promozione-rimozione, probabile nuovo presidente Consob. La sua poltrona, però, potrebbe rimanere vuota. Il Quirinale "non porrebbe veti alla soluzione che sbloccherebbe mesi d'impasse" tra Lega e M5s sulla fondamentale Commissione di controllo sulla Borsa. Leggi anche: Mattarella e il Vaticano, retroscena clamoroso. Asse per la crisi di governo, il ruolo di Conte Ogni spostamento, però, non avverrà prima delle elezioni europee che con ogni probabilità cambieranno i rapporti di forza nella maggioranza. Nel frattempo, fari puntati sugli altri ministri in bilico. Moavero è stato letteralmente schiacciato sulla questione del ritiro del contingente italiano dall'Afghanistan, calpestato dalla collega alla difesa Elisabetta Trenta (in quota M5s) e strattonato a giorni alterni da leghisti e grillini. In più ora c'è la bomba Venezuela, con i soliti pentastellati che hanno messo in grave imbarazzo lo stesso premier Giuseppe Conte. Su Tria pesa invece l'ombra nerissima della recessione, che se da un lato potrebbe giocare a suo favore in quanto più rigoroso del gruppo, dall'altro potrebbe creargli grattacapi insormontabili nella gestione delle misure-bandiera dei due partiti azionisti. Fondamentalmente, lo stesso motivo che ha spinto Savona a diventare da dicembre a oggi un separato in casa con Salvini e Di Maio, fino all'epilogo inevitabile.

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