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Conte, la frase rubata su Salvini e Di Maio: "Cazz...! Lasciamo stare". La verità sui rapporti di governo

Caterina Spinelli
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"Sera di martedì, in un ristorante del centro di Roma, siedono attorno a un tavolo alcuni deputati di Forza Italia, da Cattaneo a Perego, da Martino a Ruggeri, e uno del Pd famoso per una partecipazione al Grande Fratello, Mattia Mor. Ad una certa ora, ad un altro tavolo, arriva pure il premier Giuseppe Conte, insieme al suo capo di gabinetto". È questa la scena che descrive Augusto Minzolini sulle pagine del Giornale: "I deputati fanno intendere al premier che sono tutti per lui. Domandano a Conte, che ha l'aria affranta per la rivolta dei grillini contro il suo sì alla Tav: Avere a che fare con Salvini e Di Maio è dura?". E la risposta non lascia spazio all'immaginazione: "Cazz...! Lasciamo stare" si lascia sfuggire il presidente del Consiglio. Poi Martino dichiara pieno sostegno a colui che è sempre stato descritto come il premier fantoccio: "Presidente, siamo con te. Siamo i nuovi responsabili. Domani, nel dibattito, a un tuo cenno, ti applaudiamo. Scateniamo l'inferno. Tanto tra di noi c'è sia la destra, sia la sinistra".  Leggi anche: Salvini, crisi di governo posticipata: ecco il motivo A Montecitorio ancora c'è chi crede, o meglio, spera nella "crisi" e nelle elezioni ad ottobre. "Seduto su un divano - prosegue Minzolini - Antonio Milo, ex parlamentare azzurro, ma, soprattutto, intimo amico di Denis Verdini che, per vie traverse, è diventato il Machiavelli di Salvini e fraterno amico di Enzo Scotti, ex ministro Dc e rettore della Link University, cioè l'ateneo a cui si abbeverano i 5stelle, legge le carte alla legislatura: A ottobre si vota. Denis auspica le urne: lui, più che con Salvini, parla con Giorgetti". La situazione è grave ma non seria. Il duello tra leghisti e grillini ormai è all'ordine del giorno. "Semmai di grave c'è altro: e cioè che qualcuno, tra giornali e politici, ancora ci credeva nella caduta dell'esecutivo. Il paradosso, poi, è che i creduloni siano proprio quei politici all'opposizione o quei giornali che per linea editoriale sono avversari di Salvini. Dario Franceschini, ad esempio. Solo che apri e chiudi la finestra, siamo arrivati ad agosto con un unico risultato: il duello e l'ipotetica crisi hanno pagato in termini di consenso, potrà sembrare assurdo, proprio il governo". Il duello perenne e la crisi che non c'è, hanno infatti - secondo Minzolini - dato modo ai gialloverdi di rappresentare il tutto e il suo contrario: il governo e la sua alternativa; la maggioranza e l'opposizione; lo Stato e l'anti-Stato; addirittura gli Stati Uniti e la Russia. E, pur spostando l'equilibrio, di moltissimo, in favore della Lega, a conti fatti, dal 49,7% che i gialloverdi hanno avuto nelle urne del 4 marzo, siamo passati al 50,6% delle europee e al 55% dei sondaggi di oggi".

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