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Giuseppe Conte, retroscena drammatico: "Dei ministri mi occupo io". Umiliato dal Pd, e ora Mattarella...

Giulio Bucchi
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"Della squadra dei ministri mi occupo io". La frase di Giuseppe Conte nel vertice notturno con Pd e M5s a Palazzo Chigi rischia di far crollare il castello di carte dell'inciucio. Il premier uscente è la chiave di volta di questa trattativa tragicomica. I grillini, per bocca di Luigi Di Maio, vogliono imporre ai dem il bis dell'Avvocato. Nicola Zingaretti e Andrea Orlando nicchiano e rifiutano con forza anche lo scenario di Di Maio e Zinga suoi vice. Un rompicapo all'insegna delle poltrone, altro che "programmi, idee e contenuti".  Leggi anche: "Luigi cos'è, uno scherzo?". Zingaretti sconcertato da Di Maio: "Così salta tutto" Dopo l'incontro interlocutorio delle 18, Conte è rientrato in fretta e furia dal G7 di Biarritz a Palazzo Chigi proprio per tentare di sbrogliare una matassa che si preannunciava complicata. Ma la sua offerta è caduta drammaticamente nel vuoto, riferiscono vari retroscena. Il Pd vuole trattare di nomi ed equilibri solo con Di Maio, e anzi Conte sembra ancora un ostacolo. Segno che al di là delle credenziali "europee" che gli hanno garantito spalle coperte e ottimi appoggi come novello "anti-Salvini", il peso politico del professore resta irrilevante o quasi, sicuramente non decisivo e in grado di imporre alcunché ai due partiti della eventuale maggioranza giallorossa. Di Maio l'ha rivenduto come "negoziatore", al Quirinale il presidente Sergio Mattarella guarda a lui come il punto di partenza per ogni progetto "di legislatura". Ma proprio l'impasse sui ministri che lo coinvolge in prima persona rappresenta a oggi la sua più grande debolezza. 

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