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Tasse, l'ultima follia dei 5 Stelle: aumentare l'Iva a chi paga l'hotel in contanti. Ira degli albergatori

Caterina Spinelli
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Dopo la proposta di alzare le tasse su merendine, sulle bibite e i voli per finanziare gli aumenti di stipendio degli insegnanti pubblici (idea partorita dal neoministro dell'Istruzione grillino, Lorenzo Fioramonti) l'altra proposta firmata Cinque Stelle prende di mira gli hotel e tutti coloro che vi alloggiano. Già costretti a pagare l'imposta di soggiorno e l'Iva sul prezzo delle camere, i clienti ora saranno obbligati a sborsare altri quattrini per l'aumento dell'imposta sul valore aggiunto. Aumento che toccherebbe il 23 per cento rispetto al 10 attuale. A giustificare la mirabolante mossa è la "lotta all'evasione fiscale".  Leggi anche: Lorenzo Fioramonti, il ministro dell'Istruzione che vuole tassare le merendine E così - riferisce Il Giornale -, dal prossimo 1 gennaio l'Iva sui costi dei soggiorni in hotel schizzerebbe di oltre il doppio sui pagamenti in contanti così da scoraggiare l'uso delle banconote e quindi, a loro avviso, anche l'evasione. Ma attenti, l'aumento sarebbe per tutti, anche per chi paga con le carte, che rivedrebbe la quota di Iva pagata in più solo sotto forma di credito di imposta. Una complicazione, visto che circa la metà di chi soggiorna in hotel è straniero e quindi del credito fiscale non se ne fa nulla. Il progetto ha subito scatenato le proteste dai rappresentanti del settore, come Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, che su twitter ha commentato così: "Se il buongiorno si vede dal mattino, allora si può dire che iniziamo male, molto male, malissimo! Aumentare l'Iva sui servizi alberghieri e della ristorazione significherebbe mandare fuori mercato le imprese del turismo e affossare la capacità competitiva del sistema Italia". Di diverso parere gli imprenditori che - tramite Confindustria - rilancia l'idea di incentivare l'uso dei pagamenti elettronici introducendo un credito di imposta del 2% al cliente che paga con carta di pagamento. E poi di disincentivare l'uso del contante in chiave anti-evasione, mettendo una tassa del 2% su chi preleva contanti dal bancomat. 

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