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Conte e il Vaticano, il premier risponde: "Non ero a conoscenza e né ero tenuto a conoscere il fatto"

Stefano Boffa
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Sta facendo rumore l'inchiesta del Financial Times in cui vede coinvolti il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Vaticano. Secondo quanto sostenuto dal giornale britannico, prima che gli venisse conferito l'incarico da premier, Conte avrebbe prestato consulenza legale ad un fondo d'investimento che sarebbe sostenuto dalla Santa Sede, l'Athena Global Opportunities Fund. Il caso in questione riguarderebbe l'acquisizione del controllo di Retelit (una società italiana quotata in Borsa e impegnata nel settore delle telecomunicazioni, alla quale è stata affidata la golden power) da parte di un gruppo di azionisti chiamato Fiber 4.0, a sua volta finanziato dall'Athena Global Opportunities Fund, che sarebbe finanziato interamente per 200 milioni di dollari dal Segretariato Vaticano ed è gestito dal finanziere Raffaele Mincione. L'ipotesi di conflitto di interessi viene avanzata perché Retelit avrebbe approfittato del denaro arrivato dalla Santa Sede per la propria scalata e che, come testimoniato al Financial Times dal direttore del fondo tedesco Shareholder Value Gianluca Ferrari (anche'esso intenzionato a investire su Retelit ai tempi), il fondo italiano ha "tentato di invalidare il voto degli azionisti attraverso un escamotage tecnico legale che richiede l'approvazione del governo e hanno assunto un avvocato che ha rilasciato un parere legale guarda caso pochi giorni prima di diventare primo ministro", rischiando quindi di minare la fiducia degli investitori internazionali nell'Italia.   Leggi anche: Giuseppe Conte, bomba dal Vaticano. Indiscrezione: "Verso l'indagine per corruzione", conflitto d'interessi? All'indomani della batosta delle regionali in Umbria, Conte ha prontamente smentito il tutto con una nota proveniente da Palazzo Chigi, in cui viene fatto presente che l'attuale presidente del Consiglio aveva reso solo un "parere legale" e che "non era a conoscenza e non era tenuto a conoscere il fatto che alcuni investitori facessero riferimento ad un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano e oggi al centro di un'indagine". In più, Conte ha precisato che per evitare il conflitto d'interessi non prese parte al Consiglio dei ministri del 7 giugno 2018 che deliberò la golden power, poiché impegnato in Canada per il G7. Sul fatto sono intervenuti Matteo Salvini e Giorgia Meloni: il primo ha fatto un commento sarcastico con riferimenti all'inchiesta e al risultato della tornata elettorale in Umbria ("Magari domani la prima lettura del presidente del Consiglio sarà il corriere dell'Umbria, la seconda il Financial Times. Non sono positive né l'una, né l'altra"); mentre la seconda vuole vederci chiaro sulla faccenda ("Se Conte ha tradito l'Italia, o ha fatto qualcosa che non sta nel suo ruolo, gliene chiederemo conto").

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