Iva, Letta contro Fassina: "Aumenterà, poi vedremo"

Il premier smentisce l'ipotesi cancellazione del viceministro dell'Economia (Pd come lui). Sull'Imu: "Riforma entro il 31 agosto"
di Giulio Bucchidomenica 23 giugno 2013
Iva, Letta contro Fassina: "Aumenterà, poi vedremo"
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"Non sarà una settimana decisiva per la tenuta del governo, non più delle altre settimane". Il premier Enrico Letta, intervistato da Lucia Annunziata a In mezz'ora su Raitre, fa sfoggio di tranquillità e dribbla con stile le questioni che gli stanno esplodendo in faccia: quella, di sostanza, dell'aumento dell'Iva e l'abolizione dell'Imu e l'altra, più "d'immagine", del pasticcio Idem. Il problema, per Letta, è che le sue risposte o sono evasive ("Mi vedrò domani con la Idem, leggerò bene le carte, decideremo insieme", che può significare dimissioni ma anche no") oppure in decisa controtendenza con quelle date da altri esponenti del governo, tra l'altro come lui appartenenti al Partito democratico. Come fare? "L'Iva aumenterà, poi vedremo" - "Di fibrillazioni ce ne saranno tante", sorride Alfano quando Annunziata gli chiede dei diktat sull'Iva lanciati dal Pdl: "O si stoppa l'aumento, o il governo cade", ha ricordato giusto sabato Angelino Alfano, ministro degli Interni e segretario azzurro. "La maggioranza è originale e la situazione particolare, la maggioranza discuterà. Bisogna farci abitudine". Benissimo, peccato che sull'Iva Letta dica l'esatto opposto di Stefano Fassina, democratico e viceministro dell'Economia. "Non è che io voglia aumentarla, o che lo voglia il mio governo. La decisione venne presa nel 2011 dal governo Berlusconi per salvare una situazione". E dunque? "L'Iva aumenterà, cercheremo delle soluzioni". E pensare che a La Stampa, Fassina aveva giurato: "Per ora rinvieremo l'aumento, poi a ottobre lo annulleremo con la legge di stabilità". Sull'Imu, invece, Letta è cauto: "Il termine per la riforma della tassazione sulla casa è stato fissato per legge il 31 agosto e manterremo l'impegno". Lavoro e giovani - "Dobbiamo rimettere il lavoro per i giovani al centro", prova poi a rilanciare il premier. "Questo si farà sia con un piano europeo, da approvare al consiglio Ue di fine settimana, sia con un piano nazionale italiano che approveremo mercoledì al consiglio dei Ministri". "Sarà un piano nazionale con un'attenzione particolare per il Sud, ma che riguarderà tutta l'Italia - ha assicurato - Sarà una cifra significativa, frutto del riutilizzo di fondi strutturali europei finiti in un cul de sac e di altre risorse che stiamo trovando". Il secondo capitolo della partita sull'occupazione è un "piano europeo che consenta ai giovani che escono da scuola di avere subito un rapporto con il mondo del lavoro, un erasmus per il lavoro". Su queste cose, sostiene il premier, si giocherà la sopravvivenza del suo governo "originale".