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Giuseppe Conte, giallo sull'emergenza infinita per tenere in piedi il governo

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Il premier Conte sa benissimo di essere sulla graticola. Sa che il suo governo è a rischio. Molti i possibili trabocchetti e i nemici che vogliono far saltare la sua seconda esperienza di governo. Ma il premier sa anche che al momento la migliore garanzia per lui è restare un premier con i "pieni poteri" esercitati a colpi di Dpcm grazie alla dichiarazione di stato d' emergenza decretata in gennaio. Almeno finché non si saranno visti gli effetti dei soldi a pioggia previsti dal Dl Rilancio. Lo scrive il Giornale.

 

 

 


In una bozza del Decreto Rilancio era anche comparsa una norma di una proroga monstre dello stato d'emergenza fino al 2021. Negli altri Paesi proroghe simili non sono infilate in un oscuro comma di un decreto di 500 pagine, ma sono oggetto di dibattito parlamentare. "Non ci sarà nessuna proroga", dice Stefano Ceccanti del Pd, "quella delle bozze del Dl Rilancio era solo una formulazione infelice". Si è così dovuto creare un nuovo schema complesso: le regole sono ribadite prima da un decreto, poi un Dpcm firmato ieri sera da Conte e infine dalle ordinanze delle Regioni, cui il governo ha dovuto cedere: caduto il divieto di stabilire regole meno restrittive rispetto a quelle del governo. Per Conte è anche un modo, se va male, di scaricare qualche responsabilità.

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