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Vittorio Sgarbi dopo l'espulsione: "Roberto Fico? Indegno, indecente. Mara Carfagna? Fascista"

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Show, volgarissimo show di Vittorio Sgarbi alla Camera, dove sono volati insulti pesantissimi. Dunque, il critico d'arte del Gruppo Misto è stato trascinato a forza fuori dall'aula dai commessi, mentre si lasciava andare a peso morto. E contro di lui è piovuto il commento del presidente dell'aula, il grillino Roberto Fico (a presiedere la seduta c'era Mara Carfagna, bersaglio di alcuni degli insulti di Sgarbi): "Indecente e indegno il comportamento sessista del deputato Sgarbi quest'oggi in Aula", ha tuonato Fico. E ancora, ha aggiunto: "Ho dato mandato ai questori di aprire un'istruttoria per prendere gli opportuni provvedimenti. La mia piena solidarietà alla deputata Giusi Bartolozzi e alla vicepresidente Mara Carfagna".

 

A strettissimo giro di posta, in una nota stampa, piove la replica di Sgarbi. Durissima, apice di una giornata "scatenata". "Non ho insultato nessuno. Detto poi dall’esponente di un partito che si è fatto strada a colpi di vaffanculo fa solo ridere", premette il critico d'arte. Poi, a valanga: "Di indecente e indegno c’è solo il comportamento di Fico che mi attribuisce cose mai dette ignorando che le persone e i deputati non si dividono per sessi, e io non ho detto nulla di diverso da quello che avrei detto a un deputato maschio. So tratta di una ignobile strumentalizzazione". 

 

"Alla Bartolozzi (deputata Forza Italia attaccata in modo durissimo, ndr) mi sono limitato a dire sei ridicola, e a evocare il nome di Silvio Berlusconi che l’ha fatta eleggere. Quanto alla Carfagna le ho detto fascista, com’era il suo atteggiamento avendomi impedito non solo di parlare ma di votare. Noto che anche una donna può essere fascista", ha rimarcato Sgarbi. E ancora: "Un tempo – il Parlamento era il posto della libertà di parola, oggi è il luogo della censura. E parla l’esponente (Fico) del partito che si è fatto strada con gli insulti, a colpi di “vaffanculo”. E che definì Veronesi “cancronesi”", conclude Sgarbi ricordando alcune delle vecchie vergogne pentastellate.

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