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Vittorio Sgarbi, sondaggio riservato commissionato a Mannheimer: “Sfido Bertolaso e Calenda, penso di stare sopra”

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Ho commissionato un sondaggio a Mannheimer, me lo darà tra una settimana”. Vittorio Sgarbi fa sul serio come candidato a sindaco di Roma, lo ha detto a chiare lettere in un’intervista rilasciata ad Aldo Torchiaro per Il Riformista. L’intenzione del critico d’arte è sondare “il consenso di Guido Bertolaso, il mio, quello di Virginia Raggi e di Carlo Calenda, così sapremo da subito chi ha davvero chance. Io penso di stare, da solo, sopra al 20%”. Una cifra molto ambiziosa, ma Sgarbi spera di raggiungerla grazie ad un manifesto per Roma che sembra quantomeno intrigante. Senza però un appoggio forte è difficile che possa fare molta strada in una contesa che tra l’altro è ancora lontana dall’essere definita, perché il centrodestra non ha un candidato e il Pd potrebbe sempre fare un’alleanza con il M5s se quest’ultimo dovesse compiere un passo indietro sulla Raggi.

Intanto Sgarbi ha svelato di aver parlato con uno dei leader del centrodestra: “Ieri mi ha chiamato Giorgia Meloni. Il mio nome è quello del candidato ideale in fase-Covid: questa sarà una campagna tutta mediatica, molto più televisiva che territoriale. E io in tv non ho rivali. Ma voglio andare anche nei quartieri, in periferia e semi-periferie. Dove comunque quando giro mi riconoscono tutti. Non so se Raggi o Calenda lì hanno la mia stessa accoglienza”. Ma quale sarebbe la prima cosa che farebbe da sindaco? “Come primo atto voglio rendere gratuiti i musei civici. Voglio creare la movida dei musei, farli vivere a tutte le ore. La conoscenza dei beni culturali, come quella che avviene nelle biblioteche, deve essere gratuita e anzi incentivata da tutti”.

Ma a livello politico è evidente che serve imprimere una svolta forte alla Capitale: “Voglio formare una squadra di figure competenti, mettere i migliori cervelli a lavorare sul problema. Far parlare chi ne sa. Serve un Parlamentino, una struttura agile fatta di meta-assessori che dialoghino con la giunta al di fuori della burocrazia. Un luogo dove chiamare quindici grandi menti, tra cui Rubbia e Piano, al servizio della Capitale. Perché far tornare Roma ad essere una grande capitale internazionale è una sfida che richiede ben più di un buon sindaco”. 

 

 

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