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Tiziana Drago lascia il M5s al Senato: "Troppi tradimenti", il governo perde un altro pezzo

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Il M5s ogni mattina si alza e non sa quale parlamentare appartiene al partito e chi invece è polemicamente migrato. Via un altro pezzo al Senato, si tratta della senatrice Tiziana  Drago che nel pomeriggio di oggi - martedì 27 ottobre - nell'Aula di Palazzo Madama ufficializzerà l'uscita dal Gruppo con un intervento di fine seduta. E la maggioranza, per il governo Conte, a Palazzo Madama si fa sempre più risicata.

"Sin dal primo giorno", afferma in una dichiarazione, "ho lavorato per ripagare la fiducia degli oltre 120mila elettori che mi hanno scelta nel collegio di Acireale (...) Attenzione - prosegue Drago - che purtroppo è stata tradita rispetto alle tante proposte avanzate. Parlo ad esempio del grande piano legislativo che ho proposto contro l'inverno demografico che vive il nostro Paese. Un piano basato sul riordino dei cicli scolastici, sulla scuola, sulla modifica dei parametri Isee con sette ministeri coinvolti e una visione ad ampio raggio".

Drago Lamenta nonostante "questo grande impegno ha fatto rumore solamente la mia partecipazione al Forum per la Famiglia di Verona. Partecipazione contestata come reato di lesa maestà, mentre venne ignorata la mia presenza a L'Aquila Film Festival, il giorno prima, dove venni invitata a partecipare ad una tavola rotonda, con esponenti di vari schieramenti, organizzata dal mondo lgbt e famiglie arcobaleno, per parlare di vari temi, come unioni civili, coppie di fatto,single, adozioni. Sono per il dialogo e l'ascolto".  

Oltre agli impegni "traditi" con le famiglie la senatrice contesta anche le  "pochissime attenzioni per i docenti vincitori di concorso ed esiliati al Nord, senza aver dato loro la possibilità di poter rientrare nelle città di residenza. Ma anche le tante battaglie per la mia amata isola sono cadute in un cantuccio: poche risposte sull'emergenza sisma, nessun grande piano per le infrastrutture, il tema della sperequazione fiscale mai affrontato, l'istituzione delle zone franche montane in standby".

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