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Reddito di cittadinanza, la sparata di Dino Giarrusso: "Una riforma epocale, dignità per tutti"

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"Il Reddito di Cittadinanza è stata una riforma epocale": Dino Giarrusso interviene così nell'acceso dibattito sulla misura grillina, in collegamento con Myrta Merlino a L'Aria che tira su La7. Il provvedimento simbolo del M5s è al centro della polemica da tempo ormai. E in molti ne chiedono l'abolizione, a partire da Lega e Italia viva, i cui rispettivi leader spesso hanno definito il sussidio un vero e proprio fallimento, che disincentiva la ricerca del lavoro. Di tutt'altra opinione l'europarlamentare pentastellato, che ha detto: "Noi, come Movimento 5 Stelle, siamo stati i primi ad assicurare una vita dignitosa a tutti i cittadini, come previsto anche dalla Costituzione. Tre milioni e 700mila italiani sono stati aiutati, tra questi 1 milione e 350mila bambini e ragazzi e 450mila persone con disabilità. Questo è davvero un passo di civiltà".

 

 

 

Parlando del principale punto debole del reddito, quello legato alle politiche attive del lavoro, Giarrusso ha spiegato: "Purtroppo c'è stato il Covid, non è che prima i centri per l'impiego funzionassero. Costavano circa un miliardo di euro l'anno all'Italia e non servivano a niente, non trovavano posti di lavoro. Grazie al reddito di cittadinanza, invece, 150mila persone hanno trovato lavoro". Pur riconoscendo che si tratti di una cifra molto bassa, il grillino ha continuato ad attribuire la responsabilità di questo fallimento al Covid: "Purtroppo tutto questo è partito a gennaio 2020, quindi durante la pandemia, quando anche gente normale perdeva lavoro. Per denigrare il reddito si dice che chi lo prende vuole stare a casa, sul divano, ma questo non è vero. Chi vuole dare lavoro a un percettore del reddito di cittadinanza deve andare a verificare se nei centri per l'impiego ci sono persone a disposizione".

 

 

 

E non è tutto. Perché secondo Giarrusso un'altra piaga che non avrebbe permesso al reddito di sbocciare è quella del lavoro nero: "Il problema è che per tanti anni si è lavorato a nero e questo è convenuto, da un punto di vista economico, ai datori di lavoro e agli imprenditori. Non è convenuto allo Stato e a quelli che hanno pagato le tasse. Ed è un vizio antico che non c'entra col reddito". 

 

 

 

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