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Luigi Di Maio, voci dalla Farnesina: "Chi ha scommesso su di lui, un piccolo miracolo politico"

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Gli scatti che ritraevano Luigi Di Maio al mare mentre i talebani entravano a Kabul l’estate scorsa sembravano aver decretato la fine politica dell’ex capo del Movimento 5 Stelle. In molti chiedevano e si sarebbero aspettati le sue dimissioni. Che però non sono arrivate. “E’ un piccolo miracolo politico quello che ha riportato Di Maio nella stanza dei bottoni alla vigilia del Quirinale”, scrive il Giornale.

 

 

 

Cos’è successo allora? Cosa ha permesso al grillino di risollevarsi dopo quello scivolone? Stando al quotidiano diretto da Minzolini, il ministro degli Esteri si sarebbe rinchiuso alla Farnesina, affidandosi a una rete protettiva di Palazzo. Avrebbe avuto, quindi, il sostegno della diplomazia e diversi scambi anche con l’intelligence istituzionale. Di Maio, così, avrebbe deciso di stare alla larga dalla politica interna, almeno per un po’, e di dedicarsi invece a incontri e missioni all’estero, l’ultima delle quali con il segretario di Stato degli Stati Uniti Blinken.

 

 

 

A puntare le carte sul ministro grillino, quindi, sarebbe stata una parte consistente dell’establishment, che invece avrebbe lasciato sullo sfondo il leader di fatto del Movimento, Giuseppe Conte. La differenza, secondo il Giornale, sta nel fatto che “Conte parla sempre molto ma gestisce poco, mentre Di Maio si è sfilato dal dibattito quotidiano e ora controlla dall’esterno”. Il ministro degli Esteri adesso non avrebbe più intenzione di fare passi indietro, ma sa anche che i voti contano parecchio in democrazia. L'appuntamento del Quirinale servirà a capire proprio quanto pesi la sua influenza.

 

 

 

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