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Mario Draghi, "cosa ho detto?". Salvini a Mosca, gelo e lapsus finale a Bruxelles

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"Che cosa ho detto?". Mario Draghi chiude la sua conferenza stampa a Bruxelles con un lapsus: il premier italiano, dopo aver parlato a lungo del nuovo pacchetto di sanzioni approvato dall'Europa contro la Russia ("Saranno molto, molto, molto lunghe") ha anche riflettuto sull'impatto delle stesse sull'Italia, parlando però di "embargo del gas". Una gaffe, visto che l'embargo è semmai sul petrolio russo. Un giornalista, in coda, glielo fa notare e il premier ci ride su, come testimoniato in diretta da Tagadà su La7 che è riuscita a mandare in onda il siparietto. Una nota sdrammatizzante al termine di giorni molto tesi, perché dentro l'Unione europea si è dovuto arrivare a un compromesso, complicatissimo, per ottenere il via libera dell'Ungheria. 

 

 



Pagando il gas russo l'Ue finanzia la guerra e nell'Unione, sottolinea Draghi, "questa consapevolezza c'è, sono 95 giorni che è iniziata la guerra, ma soprattutto in alcuni paesi c'è la consapevolezza di non poter fare altrimenti. E' una situazione frustrante, che mette in grave imbarazzo". "L'Italia - assicura ancora il premier - non è penalizzata dall'embargo sul petrolio russo, per noi l'embargo è dalla fine dell'anno e siamo più o meno come gli altri". Riferendosi ancora a quanto stabilito sull'embargo del petrolio in arrivo da Mosca, con l'eccezione di quello in arrivo tramite oleodotti, Draghi ha aggiunto: "Si è tenuto conto della situazione specifica dell'Ungheria e della Repubblica Ceca che non hanno accesso sul mare. Quindi se si interrompe il flusso di petrolio russo occorre essere sicuri che possano avere un'offerta petrolio da altri fronti. Ed è stata trovata una soluzione attraverso la Croazia". Quindi Ungheria e Repubblica Ceca "avranno esenzione per un certo periodo di tempo, in modo che si attrezzino per avere il petrolio dalla Croazia, dal Mare Adriatico, e la questione è stata risolta". 


Mario Draghi a Bruxelles, da Salvini al lapsus: guarda il video di Tagadà


Inevitabile anche una domanda di politica interna, quella sul possibile viaggio di Matteo Salvini a Mosca. E' stato informato, gli chiedono, dei rapporti del leader leghista con l'ambasciata russa? "Il governo, quando si è formato, si è fermamente collocato nell'Unione europea e nel rapporto storico transatlantico - ha detto il premier -. In questo binario si è sempre mosso e continua a muoversi. Io sono stato chiarissimo su questo. Il governo è allineato coi partner del G7 e dell'Ue e intende proseguire su questa strada. Non si fa spostare da queste cose". Poi ha ricordato la sua audizione al Copasir dell'aprile scorso: "Ho solo raccomandato che ciò che è importante è che i rapporti siano trasparenti, non voglio entrare nei rapporti che queste persone di governo possono avere".

 

 

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