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Letizia Moratti, "il piano per liberarsene": chi e come sta per farla fuori

Fabio Rubini
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Forse non siamo ancora ai titoli di coda di un rapporto mai sbocciato, ma è plausibile che la permanenza di Letizia Moratti nella giunta guidata da Attilio Fontana abbia i giorni contati. Le ultime uscite di donna Letizia hanno parecchio stizzito il governatore, che nel corso di una riunione con i consiglieri e gli assessori regionali avrebbe espresso - anche con toni piuttosto forti - l'esigenza di chiudere al più presto la partita della candidatura con il resto del centrodestra, per poi dare il ben servito alla sua vice.

 

Un "piano" che ha ricevuto l'approvazione unanime di tutta la Lega regionale - assessori compresi- con un lungo e convinto applauso. Così ora la palla passa a Cecchetti. La missione è chiara: portare sul tavolo nazionale la riconferma ufficiale di Fontana a candidato di tutto il centrodestra. In tembi brevi. Al massimo entro agosto. Quanto sia facile, si vedrà. Difficilmente se ne parlerà nel vertice convocato oggi, anche se la tensione latente potrebbe suggerire ai leader di dedicare qualche minuto alla Lombardia.

DONNA TUTTOFARE
Tornando a ieri, Letizia Moratti è tornata a chiedere di essere la candidata del centrodestra al posto di Fontana. «Io ho dato la mia disponibilità al centrodestra e la riconfermo. Ovviamente mi aspetto e penso che sia giunto il momento, che sia doveroso e anche urgente, avere un chiarimento col centrodestra», dice Moratti a La7. E se il centrodestra, come tutto lascia presupporre, dovesse confermare Fontana? «Mi sentirò libera e indipendente come sono sempre stata di fare autonomamente le mie scelte». Tradotto: o mi candidate, o porto via il pallone e mi faccio il mio bel partito tres chic.

La parte dell'intervista che ha fatto infuriare Fontana, però, è un'altra. Nel raccontare il suo anno e mezzo da vice, la Moratti "s' allarga" un po'. Spiega che con lei la Regione «è uscita da una crisi legata a un piano vaccinale che non funzionava e l'ha portata ad essere il primo territorio in Italia e tra i primi al mondo. L'ho fatto (di chiedere la candidatura, ndr) dopo l'attivazione di una riforma sanitaria che potenzia la sanità regionale.
L'ho fatto dopo aver inserito nel mio programma la riduzione delle liste d'attesa.

Qui la Lombardia non era tra le regioni migliori, al contrario, e non a causa del Covid». Una lista bella lunga di successi, alla quale però, mancano almeno un paio di ringraziamenti. Tipo a Guido Bertolaso, che della campagna vaccinale è stato l'ideatore e l'esecutore e non certo una comparsa. Per non dire del lavoro importante svolto dal presidente della Commissione Sanità, Emanuele Monti, che quella riforma ha contribuito a scriverla e a portarla a termine. Riduzione delle liste d'attesa compresa. Da qui la richiesta di «chiarimenti» rivolta al centrodestra.

 

Un'impuntatura - si vocifera forte di sondaggi positivi. A tal proposito, però, non sono in pochi ad essersi ricordati una scena analoga avvenuta durante l'infelice campagna che portò Pisapia a diventare sindaco di Milano. Anche allora la Moratti, sindaco uscente, sventolava sondaggi che la vedevano vincente, mentre tutti attorno a lei compulsavano quelli che la davano per spacciata. Disgraziatamente avevano ragione questi ultimi.

LA PORTA È APERTA
Ad ogni modo, ascoltate le parole della Moratti, Fontana ha replicato con stile, ma in maniera ferma: «Se si sente a disagio nella giunta, ci sono tante opportunità». E ancora: «Qui bisogna capire un po' di cose: ad esempio dove vuole candidarsi. Ho letto che intende farlo nel centrodestra, nel centrosinistra, ed è intervenuto anche Letta per smentire una candidatura nel centro».

Fontana poi ha ribadito che non intende accettare una candidatura per Roma e che la legislatura andrà a scadenza naturale («sempre che la Lamorgese non decida per un election day a settembre»). E smentite categoriche sulla caduta anticipata della giunta arrivano anche dalla Lega, che nella riunione di ieri ha escluso questa evenienza. Anche se diversi esponenti erano già pronti a far partire la raccolta firme tra i consiglieri per far finire la consigliatura prima del tempo e sfruttare così l'effetto "politi- sente a disagio in che". Una scelta giunta, ci sono tante re, ragionano i opportunità...». no scelto il basso profilo. Anche se da più parti si respira insofferenza verso una vice presidente che fin dal primo giorno si è chiusa nella sua torre d'avorio al 33mo piano del Pirellone e non si confronta con nessuno. Nemmeno del suo partito. Così la strategia dei forzisti, in soldoni, sarebbe questa: aspettare le elezioni del 25 settembre per provare a trovare un posto a Roma alla Moratti e risolvere il problema in Lombardia. Una soluzione che la stessa Letizia potrebbe non disdegnare. Certo, il fatto che nessun azzurro abbia sponsorizzato la sua candidatura appare abbastanza significativo.

Chiudiamo con Fratelli d'Italia, spettatore silente, ma interessato. Ieri gli esponenti regionali - sembra offesi dal non essere stati avvistati dell’avvenuto rimpasto di giunta - si sono astenuti nella votazione sul rendiconto del Consiglio regionale. Un atto simbolico - il documento è stato approvato - ma comunque indicativo.

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