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Meloni-Macron, i tre punti: cosa non sapete sul faccia a faccia

Fausto Carioti
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Nulla di organizzato con chissà quale anticipo, solo una coincidenza che meritava di essere sfruttata: Emmanuel Macron aveva programmato da tempo un viaggio a Roma in risposta all'invito fattogli dalla comunità di Sant' Egidio. Due giorni di visita ufficiale, che lo vedranno anche dal Papa e al Quirinale. Atterrato ieri, si è recato all'incontro "Il grido della pace". E prima di ritrovare a cena la potente comunità fondata da Andrea Riccardi, il presidente francese ha avuto modo di fare la conoscenza diretta di Giorgia Meloni.

 

 

Il colloquio tra i due, sebbene informale e lontano dalle sedi e dai protocolli ufficiali, è durato oltre un'ora e «ha riguardato tutti i principali dossier Ue», come ha raccontato la Meloni: «La necessità di dare risposte veloci e comuni sul caro energia, il sostegno all'Ucraina, la difficile congiuntura economica, la gestione dei flussi migratori». Il confronto è partito dal trattato bilaterale firmato il 26 novembre del 2021 al Quirinale, che prevede che le due nazioni rafforzino «il coordinamento nei principali settori della politica economica europea», inclusi «l'industria, l'energia, i trasporti, la concorrenza», e che si consultino «regolarmente e a ogni livello» per raggiungere «posizioni comuni». Parole rimaste lettera morta: l'ultima mossa di Parigi è stata l'intesa con Madrid e Lisbona per costruire un nuovo gasdotto sottomarino che collegherà Barcellona a Marsiglia e dovrebbe prendere il posto della conduttura di 800 chilometri che la Snam aveva progettato per collegare Spagna e Italia.

Macron e la Francia, però, hanno bisogno di lavorare insieme all'Italia per avere l'agognato tetto europeo al prezzo del gas e contrastare la volontà della Germania di fare da sola, lasciando nei guai i partner Ue. Un obiettivo che lega il governo francese a quello italiano, tanto che la Meloni, come ha ricordato a Macron, si è opposta subito al disegno tedesco, usando parole simili a quelle di Mario Draghi.

 

 

Ce n'est qu' un début, insomma: è solo l'inizio, i due non si conoscevano di persona. Ma è stato utile, secondo quello che raccontano a palazzo Chigi, dove si parla di «confronto cordiale e proficuo» e si promette collaborazione «nel rispetto dei reciproci interessi nazionali», e a sentire quanto ha detto lo stesso Macron: «Come europei, come Paesi vicini, come popoli amici, con l'Italia dobbiamo continuare tutto il lavoro iniziato. Il nostro primo incontro a Roma, Giorgia Meloni, va in questa direzione». Conviene anche a lui, del resto, avere la sponda di colei che, oltre ad essere il presidente del consiglio italiano, guida il Partito dei conservatori e dei riformisti europei, destinato ad incassare un numero considerevole di seggi nel parlamento di Bruxelles dopo le prossime elezioni Ue.

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