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Cospito, il Domani contro Meloni: "Pronta a lasciarlo morire"

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Il Domani non si smentisce. A margine del trasferimento di Alfredo Cospito al carcere di Opera, ecco che il quotidiano di Carlo De Benedetti, diretto da Stefano Feltri, se ne esce con un'ingiuria delle sue. Nell'edizione di martedì 31 gennaio spunta in prima pagina il seguente titolo: "Meloni è pronta a lasciar morire in carcere l’anarchico Cospito". Un'offesa vera e propria se si considera che il governo Meloni, come già ribadito dal ministro Carlo Nordio, non cederà al ricatto degli anarchici che stanno seminando terrore in tutta Europa.

A maggior ragione quando la richiesta di abolire il 41-bis arriva da chi è in carcere da 10 anni per la gambizzazione, nel 2012, dell'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Non solo, mentre era in carcere Cospito è stato accusato anche dell'attentato del 2006 contro la Scuola carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Quanto basta a scatenare l'ira di Francesco Paolo Sisto. Il viceministro alla Giustizia, ospite di Omnibus su La7, non può che definire "inaccettabile" il titolo.

"Non ha nessuna giustificazione nei fatti, quel titolo, nessuno vuole far morire Cospito, anche perché siamo in attesa di una decisione della magistratura, senza dimenticare che sul 41-bis la decisione fu presa dalla Cartabia. Parliamo di una persona, peraltro, che dopo aver gambizzato Adinolfi annunciò di voler proseguire e fece una chiamata alle armi, mai rinnegata. Ma nessuno vuole la sua morte e tantomeno il suo martirio". Non la pensa così Daniela Preziosi, firma del quotidiano: "Noi facciamo i titoli che ci sembrano giusti, non sta a lei giudicarli". E poco importa se si tratta di insulti. 
 

 

 

"Gravissimo il titolo sbattuto in prima pagina dal quotidiano Domani di oggi - commenta Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato -. Scrivere 'il presidente Meloni è pronta a lasciar morire in carcere Cospito' non soltanto è palesemente falso, ma è anche indicare un bersaglio a terroristi ed esaltati. La linea della fermezza del governo, specialmente dopo gli atti violenti commessi da gruppi anarchici, è condivisa da pressoché tutte le forze politiche. Il presidente del Consiglio non ha peraltro il potere di mettere in carcere o farne uscire nessuno".

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