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Elly Schlein, umiliazione a Mirafiori: due sole preferenze

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"Alle primarie vinco io", provocava Elly Schlein. Almeno prima di vedere i voti presi a Mirafiori, roccaforte torinese della sinistra. Nella giornata di domenica 5 febbraio nel quartiere si sono tenute le primarie, le elezioni per la leadership del Partito democratico. Risultato? Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, ha raccolto 13 preferenze, alle sue spalle Gianni Cuperlo con 9 voti e a chiudere la triade proprio la Schlein con 2 misere preferenze. D'altronde anche l’affluenza registrata fa molto pensare. Al seggio si sono presentati in 24, oltre la metà degli iscritti totali che sono 51.

 

 

Ma i dem devono fare i conti anche con malumori interni. A criticare il partito niente di meno del suo presidente: "Se fossi stata un uomo - ha tuonato Valentina Cuppi a Repubblica - sarei stata dentro le dinamiche e avrei potuto contare di più, perché, al di là della retorica, nel momento delle scelte nelle stanze in cui si decideva davvero, c’erano solo uomini di una certa età a compierle". 

 

 

Incassato il colpo basso a Mirafiori, la Schlein punta il dito contro quelle aree dove "a fronte di una grande e bella partecipazione al voto, non si riesca ad avere nemmeno i calendari dei congressi". "Noi - sembra mettere le mani avanti per eventuali insuccessi - chiediamo solo di poter partecipare e quindi chiediamo di rispettare le regole e di non vedere più queste cose che rischiano di allontanare le persone dalla partecipazione a questo importante congresso". E ancora: "Bisogna prendere le distanze da questi metodi, diciamo dei pacchetti delle tessere. Spero che anche gli altri candidati prendano le distanze, perché abbiamo bisogno di far rispettare queste regole. Non sarebbe accettabile il contrario". Ma con o senza polemiche, i sondaggi non sono positivi per la candidata. In tutte le rilevazioni il vincitore è l'avversario Bonaccini.

 

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