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Vittorio Sgarbi, "Raggi complice di un'azione criminale": finisce in tribunale

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Virginia Raggi porta Vittorio Sgarbi in tribunale. L'ex sindaca di Roma sarà parte civile nel processo al sottosegretario ai Beni Culturali, accusato di diffamazione aggravata per alcune frasi pronunciate nella trasmissione tv Matrix il 21 febbraio del 2018, prima delle elezioni politiche. 

 

 

 

L'allora sindaca della Capitale era finita nel mirino di Sgarbi per l'ipotesi di abbattimento di un edificio liberty in Piazza Caprera, nel quartiere Trieste. Pare si trattasse di un edificio costruito nel 1908 come palazzo residenziale e che in seguito diventò un edificio scolastico. "L'annunciata distruzione di ville liberty a Roma, denunciata da me e da Italia Nostra per primi, conferma la più inquietante delle prospettive: la Roma di oggi è come la Palermo di Ciancimino - aveva detto il critico d'arte in tv - e il sindaco di Roma, distratto dalla difesa della città, è oggettivamente complice di questa azione criminale. M5S a Roma oggi è come la Democrazia cristiana a Palermo degli anni '70". La prossima udienza del processo, dove ci sarà la discussione e prevedibilmente la sentenza, è prevista per il 9 novembre.

 

 

 

Il Ciancimino a cui si riferiva Sgarbi è Vito Ciancimino, esponente della Democrazia Cristiana che, dopo essere stato eletto sindaco di Palermo nel 1970, fu poi costretto alle dimissioni a causa di indagini sul suo conto da parte della commissione parlamentare antimafia. Nel 1984, dopo le confessioni del collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta al giudice Giovanni Falcone, fu arrestato per associazione mafiosa. Nel 1992 fu condannato in terzo grado a otto anni di reclusione per associazione mafiosa e corruzione.

 

 

 

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