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Pd, silurato il figlio di De Luca? Scatta la rivolta contro Elly Schlein

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Agitazione nel Pd dopo l'elezione del nuovo Ufficio di presidenza. Anche se una fonte parlamentare del Partito Democratico, sentita dall'Agi, ha definito l'assemblea dei deputati dem come un confronto "vero, ma civile nei toni". Il nodo principale riguardava il ruolo del vicecapogruppo uscente Piero De Luca, esponente della minoranza di Base Riformista e figlio di Vincenzo De Luca, governatore campano che non gode di ottimi rapporti con il Nazareno guidato da Elly Schlein.

 

 

 

E alla fine sarebbe stata proprio la mancata conferma di De Luca a creare non poca agitazione, tanto che diversi deputati hanno deciso di non partecipare al voto sul "pacchetto" proposto dalla presidente del partito Chiara Braga. La votazione, in ogni caso, ha partorito una squadra che vede la deputata di Base Riformista Simona Bonafè nel ruolo di vicepresidente vicaria. Mentre gli altri quattro posti di vicepresidenti sono stati occupati da Paolo Ciani, deputato di Demos eletto nelle liste del Pd, l'esponente della sinistra del partito Valentina Ghio e il lettiano Toni Ricciardi. Segretari d'Aula sono Andrea Casu e l'esponente di Articolo Uno Federico Fornaro.

 

 

 

A Piero De Luca, invece, è stato dato il ruolo di segretario di presidenza con delega per il Pnrr, le riforme e la sicurezza. Infine Sara Ferrari, Roberto Morassut e Silvia Roggiani sono stati scelti da Braga come segretari con deleghe alla comunicazione, al coordinamento delle commissioni parlamentari, ai rapporti con Senato e Partito, mentre Andrea De Maria è il nuovo tesoriere. Un certo malumore è stato espresso da alcuni big come Lorenzo Guerini, Enzo Amendola, Marianna Madia e Piero Fassino, i quali hanno deciso di non partecipare al voto perché non avrebbero condiviso la scelta di non confermare De Luca. Non hanno deciso di non votare contro, invece, "per il rispetto" nei confronti degli altri nomi in campo. 

 

 

 

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