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Pier Silvio Berlusconi, il piano "tessera numero uno": voci indiscrete

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Ricorda Francesco Verderami sul Corriere della Sera che nella primavera del 2014 Silvio Berlusconi impossibilitato a candidarsi alle Europee per la sentenza del processo Mediaset, fece testare i figli per trovare il suo sostituto per Forza Italia. Commissionò dei sondaggi dai quali risultò Pier Silvio un soffio davanti a Marina con un indice di fiducia personale che oscillava tra il 25 e il 30% in grado di far incrementare i voti azzurri. Berlusconi immaginava di porsi al fianco del suo rampollo, ma Pier Silvio non se la sentì e Matteo Renzi fece razzia anche dei consensi azzurri, conquistando il 40% dei voti. Nove anni dopo, Pier Silvio si ritrova sulla stessa spiaggia, ma senza più il genitore, puntualizza Verderami rivelando che l'erede del Cav starebbe pensando di varcare le colonne d'Ercole ed entrare in politica, come gli chiese il padre diciannove anni fa. Gli indizi di questa tentazione si trovano nelle domande rivolte agli azzurri più vicini e navigati su cosa c’è dall’altra parte, perché "mi piacerebbe" e "bisognerà pensarci": "Ci vediamo? Te ne voglio parlare".

 

 

Verderami fa notare che questo sondare il terreno è l'innesco di un dibattito che "ricorda la strategia comunicativa adottata dal padre nell’autunno del 1993, quando iniziarono a rincorrersi le voci su una sua discesa in campo. Fu (anche) così che il Cavaliere si fece pubblicità". E ancora: i segni nel discorso emozionale che ha tenuto davanti ai dipendenti Mediaset subito dopo le esequie del leader di Forza Italia, come abbiamo riportato su Libero. E il passaggio della lettera inviata a Repubblica, nella quale ha rivendicato di essere "figlio di mio padre". Ma se davvero così fosse, Pier Silvio dovrebbe però lasciare Mediaset, modificando gli equilibri negli assetti familiari. Conviene o non conviene? E poi si proporrebbe solo di guidare il partito a cui la famiglia ha promesso di "restare accanto", o punterebbe su Palazzo Chigi? E che ne sarebbe a quel punto dell’entente cordiale con Giorgia Meloni? Altra cosa, suggerisce Verderami, sarebbe immaginarsi come una sorta di "tessera numero uno" di Forza Italia: raccogliendo l’eredità politica del Cavaliere, potrebbe influenzare le scelte strategiche. Anche perché l’ad di Mediaset sa che se decidesse di superare le colonne d’Ercole non potrebbe più tornare indietro.

 

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