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Carlo Buttaroni smonta la sinistra: "Sardegna? Effetto fantasy"

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"In Italia mi sembra ci sia stato un effetto fantasy": Carlo Buttaroni, sondaggista, sociologo e direttore dell’Istituto Tecnè lo ha detto a proposito dell'esito delle regionali in Sardegna. Intervistato dal Secolo d'Italia, in particolare, ha sottolineato: "Se una coalizione ha aumentato i consensi del 20% rispetto a un anno e mezzo fa e un’altra ha una contrazione del 13% chi ha vinto?". Il riferimento è al centrodestra, le cui liste sono andate meglio rispetto a un anno e mezzo fa, a differenza invece di quanto successo al centrosinistra. 

"In termini assoluti - ha continuato Buttaroni - parliamo di 56mila voti in più per il centrodestra. Rispetto alle politiche del 2022 la coalizione di centrosinistra (che aveva 334.313 voti) ne perde 43.693 voti e quella di centrodestra (che aveva 277.882 voti) ne conquista 56.051 in più". Sul trionfo della candidata di centrosinistra, invece, ha fatto una precisazione: "La vittoria della Todde è maturata nell’ultima settimana. E si tratta di una vittoria personale, l’exploit di una candidata straordinaria, capace, che ha ottenuto 40mila voti in più dei partiti che la sostenevano, un record. Numeri che non sono il frutto del voto disgiunto, se non in minima parte".

 

 

 

Riferendosi alle parole di Elly Schlein e Giuseppe Conte, secondo cui adesso sarebbe cambiato il vento, il sondaggista è stato netto: "Se vogliamo parlare di venti, il vento è favorevole al governo. In Sardegna il consenso ai partiti di governo è netto, con un più 20%, mentre Pd e 5Stelle perdono il 13%. Il dato istituzionale ci dice che ha vinto la Todde ma il dato politico ci consegna un centrodestra maggioritario nel paese".

La differenza tra centrodestra e centrosinistra, secondo Buttaroni, è piuttosto chiara: "Da una parte c’è una coalizione vera, al di là di polemiche e qualche divisione interna, dall’altra partiti che danno messaggi confusi agli elettori. Un giorno stanno insieme, un giorno ci ripensano, un altro dicono che si vedrà di volta in volta. Troppi distinguo. Capisco che stiano caricando il dato della Sardegna di significati e aspettative ma se continuano così restano nell’impasse". Il vero test per il governo, a suo dire, saranno le europee di giugno: "Le elezioni regionali – Sardegna, Abruzzo, Basilicata – hanno comunque un valore locale che dipende da tante variabili. Per l’Europa si vota con il proporzionale ed emergerà il quadro dei leader dei singoli schieramenti".

 

 

 

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