Il futuro di Torino non è roseo, ma è rosso. La sinistra, con un mezzo passo indietro, “addolcisce” la pillola e dichiara guerra ai proprietari di immobili a colpi di multe. Il Comune a guida Pd - con il benestare del sindaco dem Stefano Lo Russo - si appresta infatti ad adottare la delibera di iniziativa popolare di “Vuoti a rendere”, nata a febbraio dello scorso anno. La proposta, avanzata da una cinquantina di associazioni politiche e sociali, chiede alle istituzioni «di agire sugli alloggi non utilizzabili delle grandi proprietà immobiliari» attraverso strumenti quali «disincentivi, sanzioni pecuniarie per i grandi proprietari di case ingiustificatamente vuote, requisizioni temporanee in casi di emergenza».
Insomma: un vero e proprio «attentato al diritto di proprietà», come sottolineato in un comunicato diffuso da Forza Italia. Per fortuna, però, il peggio è stato scongiurato. Il Comune ha sì accolto la proposta di “Vuoti a rendere”, ma in una versione più ammorbidita rispetto al testo approdato in commissione. Saltano le requisizioni forzate previste dal progetto iniziale, che avevano messo in allarme i partiti di opposizione.
Torino, il Pd vuole requisire le case sfitte. Ira-Forza Italia: "Come Askatasuna"
Il Pd è alla ricerca di una casa: la tua. A Torino, il Consiglio comunale a guida dem discuterà una propos...Tuttavia c’è da registrare il via libera alle multe per i grandi proprietari (quelli che possiedono dai cinque appartamenti in su) che lasciano gli immobili sfitti. La sinistra torinese lo definisce un meccanismo di disincentivo per chi lascia in uno stato di «ingiustificato utilizzo» grandi proprietà immobiliari. «Si tratta sostanzialmente di multe per chi possiede più di cinque appartamenti e li lascia vuoti, nel solco di iniziative simili rese a Milano e Genova» spiega la capogruppo di Sinistra ecologista Sara Diena. Ma si dimentica che il diritto di proprietà è sancito dalla nostra Costituzione. La stessa che da sinistra definiscono «la più bella del mondo».
L’obiettivo di Palazzo Civico resta invariato: ridurre il numero di case vuote a Torino incentivando i proprietari ad affittarle. Proprio come ribadito dal capogruppo del Partito democratico Claudio Cerrato, che ha già tracciato le prossime tappe che dovrà percorrere il Comune di Torino. Si partirà da un censimento attendibile degli appartamenti sfitti - al momento la stima spazia da 20mila a 80mila unità – e si esamineranno le varie tipologie. Subito dopo occorrerà «potenziare Locare», l’agenzia comunale che aiuta i proprietari in caso di morosità e che sostiene gli inquilini. E infine, conclude il dem Cerrato, bisognerà «rafforzare l’accompagnamento alle famiglie, non solo economico, anche con l’aiuto di soggetti privati come la fondazione Operti».
A sinistra sostengono che la riformulazione del provvedimento sulla presunta democrazia abitativa sembra mettere d’accordo maggioranza e opposizione. «Questa iniziativa - sottolinea l’assessore al Welfare Jacopo Rosatelli, responsabile della modifica del testo insieme al collega Paolo Mazzoleni - ha avuto il merito di suscitare dibattito e richiama tutti a riconoscere che l’interesse pubblico di rendere accessibile il mercato degli affitti deve prevalere sugli usi speculativi ed egoistici della proprietà privata». Forza Italia, però, aveva provato a indirizzare il sindaco Lo Russo verso una azione politica meno sovietica e decisamente più sensata.
«Se il Comune di Torino vuole davvero modificare il mercato – aveva spiegato in una nota la delegazione di Fi – ha un’unica strada: quella di incentivare l’affitto alle fasce più deboli in modo più vantaggioso rispetto a quanto fatto finora. Deve guardare il mondo della casa dalla parte di chi ha faticato decenni per comprarla, a causa di una tassazione che proprio il Partito Democratico ha innalzato a livelli intollerabili. Oggi chi rinuncia ad affittare lo fa sempre più spesso per mancanza di garanzie di tornare in possesso dell’immobile, dovendo affrontare spese folli causate da reiterati processi per sfratto, che spesso non portano al ristoro dei mancati introiti da locazione». A conti fatti, però, la proposta degli Azzurri sembra già definitivamente accantonata.