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Winamp verso la chiusura: Microsoft o utenti, ecco chi può salvarlo

Annuncio di Aol: il player musicale online più celebre degli anni Duemila non verrà più sviluppato. Troppo forte la concorrenza di Deezer e Spotify, ma c'è chi non si arrende

Leonardo Filomeno
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Il Gigante avanza, spazza, compra, progetta. E i piccoli grandi miti di un tempo ci lasciano senza troppe spiegazioni. C'è chi passa il testimone, cambia forma (come Vitaminic) e perde tutta la magia di un tempo. E c'è chi a tratti fa addirittura rimpiangere il fascino del proibito (vedi Napster) e diventa un prodotto come gli altri, un birillo che rischia di essere spazzato via dai vari Deezer e Spotify. Purtroppo l'elenco delle vecchie glorie del web potrebbe presto accogliere un nuovo nome. Quello di Winamp, il glorioso lettore musicale che ha accompagnato chissà quanti nostri pomeriggi nell'era pre-iTunes. Una storia lunga 14 anni - Ecco i fatti. AOL annuncia la chiusura del celebre player lo scorso 20 novembre. Stop agli aggiornamenti e triste capolinea di un successo iniziato sul finire degli anni Novanta, quando la musica viaggiava su cd, gloriosi nastri e qualche vinile. Tuttavia, c'è tempo fino al 20 dicembre per lasciarsi travolgere dalla nostalgia e scaricare la versione 5.66., probabilmente l'ultima, quella destinata a passare alla storia. Un storia che vale la pena riassumere. E' il 1997 e a giugno la casa di produzione Nullsoft, acquisita dal gigante AOL nel '99, rilascia la prima versione di Winamp. Le menti del progetto sono Justin Frankel, Gianluca Rubinacci e Tom Pepperm, le stesse di Gnutella. Radio online (il tandem con Shoutcast si rivelerà un asso nella manica), playlist, mp3, interfacce grafiche in libertà, il tutto in modalità gratuita o a pagamento. Utile, poco ingombrante, gradevole nell'aspetto: Winamp sa di rivoluzione. E infatti tra fine '90 e primi 2000 il piccolo fulmine color arancio irrompe sui desktop di mezzo mondo. Nel '99 il programma totalizza qualcosa come 1,2 milioni di download ogni mese. Nel 2005 le utenze mensili diventano 57 milioni. Davanti c'è solo Windows Media Player. Dal 2004 qualcosa inizia a non andare nel verso giusto: Frankel si dimette, sente che AOL "controlla i più efficaci mezzi di autoespressione che ho. Ciò è inaccettabile per me come individuo". Gli ultimi tasselli sono la versione per il sistema operativo Android, datata 2010, e quella per i Mac, rilasciata un anno dopo. Il tempo passa e Winamp un po' arranca. A ruggire ci son già iTunes, il versatile VLC e l'onnipresente Media Player. E mentre il pratico Youtube avanza a passi da gigante, AOL preferisce volgere lo sguardo altrove... La possibile salvezza - L'annuncio della chiusura ha comunque smosso le acque. E oggi molti vorrebbero continuare a dar linfa a un software per certi versi storico. C'è chi parla di un'eventuale acquisizione di Winamp (e pure di Shoutcast, anch'esso in procinto di abbassare la clèr per sempre) da parte di Microsoft. La fonte è TechCrunch, sito di proprietà di AOL, che però non si è ancora pronunciato in merito all'argomento, proprio come l'azienda di Redmond. L'altra storia è decisamente più interessante. Si tratta di una petizione che gira da qualche giorno sul web. L'idea è dell'australiano Peter Zawacki, proprietario di una compagnia di web hosting. A sostenere la sua causa ci sono più di 12mila persone. In sostanza, si chiede ad AOL di rendere il programma open source, ossia di diffondere liberamente i suoi codici sorgente, in modo tale che possa continuare a vivere e ad essere migliorato dagli utenti del web. Insomma: un'altra chance. Una vera e propria rinascita che vale la pena appoggiare. O, per dirla tutta, una pensata geniale per scongiurare un ingiusto oblio finale. 

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