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Digiuno intermittente, Remuzzi smonta Viola: "Rischio morte più elevato"

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Il digiuno intermittente è ormai diventato una moda. Sponsorizzato da vari personaggi famosi, anche da scienziati come Antonella Viola, consiste nell'assunzione di cibo limitata a otto ore al giorno (mentre nelle restanti 16 ci si astiene). In sostanza o si salta la cena o la prima colazione.

Uno studio condotto dall'American Heart Association, che si è tenuto dal 18 al 21 marzo a Chicago, però ha rivelato che il digiuno intermittente ha anche dei grossi rischi. E chi lo pratica deve sapere che c'è un rischio di morte per eventi cardiovascolari molto più elevato rispetto a chi si nutre per 12-16 ore al giorno.

 

 

Intervistato da Il Corriere della Sera, Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, commenta: "C'è l’idea che si debba cambiare il nostro modo di alimentarci, concentrando l’assunzione di cibo in otto ore per poi assumere soltanto acqua o poco altro per le restanti 16. Sappiamo che, oltre a far dimagrire, il digiuno intermittente migliora la sensibilità all’insulina e il metabolismo, riduce l’infiammazione, abbassa il colesterolo e la pressione del sangue in chi ce l’ha alta. Questi però sono gli effetti a breve termine: possono durare qualche mese, forse un anno. E poi?".

Un'ulteriore ricerca ha dimostrato che digiunare anche solo per 14 ore comporta un rischio più elevato di infarto, ictus e morte. E nei pazienti oncologici riduce la sopravvivenza.

 

 

"Questo studio è importante perché l’idea di limitare entro poche ore l’assunzione del cibo sta diventando molto popolare da noi e dappertutto, ma a lungo termine può fare male, anche a chi è malato di cuore o ha un tumore", osserva ancora Remuzzi. "Ci si potrebbe chiedere se il digiuno intermittente protegga da malattie dovute ad altre cause, ma secondo i ricercatori non è così; insomma, alla lunga non sembra dare alcun vantaggio". Insomma,  conclude, "a quanto pare il digiuno intermittente non solo non è un elisir di lunga vita, ma potrebbe persino rivelarsi vero il contrario".

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