Massimo Carminati, il candidato al Quirinale di Marco Travaglio
Un editoriale firmato da Marco Travaglio, sulla prima del Il Fatto Quotidiano, dal titolo "La scarica dei venticinque". Si parla di Colle e del prossimo capo dello Stato, che dovrà essere eletto dopo l'imminente passo indietro di Giorgio Napolitano, e il vicedirettore del Fatto premette: "Siccome è sommamente inopportuno fare nomi per evitare di bruciarli, la rosa degli aspiranti al Quirinale citati nell'ultima settimana è estremamente succinta: appena 25 candidati". E dunque, Travaglio, questi 25 candidati "bruciati" li elenca, partendo da Giuliano Amato, passando per Mario Draghi e Romani Prodi, e ancora Riccardo Muti, Finocchiaro, Boldrini, Bonino addirittura Franco Baresi e chi più ne ha più ne ha più ne metta. Tutti bruciati, appunto. Candidato 26... - In calce all'articolo, a sorpresa, spunta però il candidato numero 26. E Travaglio scrive: "Non l'ha (ancora) candidato nessuno. Ci permettiamo di farlo noi, sperando di non bruciarlo". Di chi si tratta? Semplice: Massimo Carminati, il boss di Mafia Capitale. Una boutade, certo, quella di Travaglio, che così lo descrive: "Uomo del fare, decisionista, sufficientemente esperto di giustizia e anche di economia, è forse un po' troppo a destra, però non disdegna il dialogo a sinistra (è persino socio della coop rossa 29 Giugno). Potrebbe rivelarsi prezioso - continua Travaglio - presso i grandi elettori per sbloccare l'impasse con uno dei suoi celebrati intercalari: Ti fratturo la faccia".