Andrea Delogu, e il passato difficile: "Gli anni a San Patrignano, quando io..."
Negli ultimi anni ha condotto programmi di ogni genere, passando dal cinema (Stracult) alla televisione (Indietro tutta! 30 e... l' ode), dalla sfera dei sentimenti (Parla con lei) alle gare di ballo (Dance Dance Dance). Nella prossima stagione tv Andrea Delogu dovrà però affrontare una sfida tutta nuova: parlare di pallone a Quelli che il sabato, dedicato al campionato di Serie B, che condurrà in coppia con Gabriele Corsi su Rai2. Leggi anche: Andrea Delogu, salto in alto sul red carpet: la gonna si alza troppo, si vede tutto Ma lei se ne intende di calcio? «Conosco il gioco, ma in tre ore e mezza dovrò raccontare tutto quello che succede sui campi. Saremo in onda dal 15 settembre, ma già da giugno sfoglio ogni mattina i giornali per leggere le notizie sulla Lega B». La formula ricalcherà Quelli che il calcio? «Il format è quello, ma un po' lo personalizzeremo. Con Gabriele ci scambiamo continuamente idee, in gran parte folli e irrealizzabili ma qualcosa di buono verrà fuori. Ed è incredibile quanti personaggi famosi si sono già proposti per fare gli inviati sui campi, non credevo che ci fosse tanta affezione al paese di origine». Che coppia sarete? «Inizialmente andremo ad istinto, poi vedremo come dividerci il palco. Quando hai la fortuna di lavorare con persone che stimi hai un grosso problema in meno». Il 30 agosto riparte anche Stracult: cambierà qualcosa? «No, quello è un programma che ha come nota vincente proprio il fatto che non è preparato, non abbiamo scaletta e a volte gli ospiti arrivano all' ultimo momento. Mi ha insegnato ad improvvisare, è proprio grazie a Stracult che ce l' ho fatta a fare con Arbore e Frassica Indietro tutta! 30 e... l' ode». Arbore l' ha rivoluta per Guarda... stupisci, le due puntate sulla canzone umoristica italiana previste a dicembre su Rai2. «Io l' ho scoperto alla presentazione dei palinsesti, è stata una sorpresa! Dobbiamo ancora iniziare a lavorarci. Con Renzo non si fanno riunioni ma cene a casa sua per chiacchierare, in questo modo si crea un rapporto di confidenza e davanti alle telecamere improvvisamente viene fuori la magia». Troverà il tempo per continuare anche a fare radio o dovrà rinunciare a I sociopatici? «Per me la radio è irrinunciabile, ma ancora non so cosa faremo: forse un giornaliero più breve o uno spicchio del programma nel weekend...» Quando ha capito di voler fare questo lavoro? «A 13 anni, quando ho presentato il concerto di Cristina D' Avena a Rimini perché non c' era il presentatore: ho sentito la mia voce nelle casse e ho visto la gente in piazza che mi dava retta». Il momento della svolta qual è stato? «Quando Marco Giusti si è accorto di me sui social: io studiavo cinematografia all' università e mi ha domandato se volevo fare Stracult. Ma avevo già fatto tanta gavetta, dalla "Letteronza" a Mai dire domenica alle conduzioni in reti anche piccole, per imparare a fare bene questo lavoro. Non ho mai avuto fretta e per assurdo non cercare di esserci a tutti i costi mi sta portando ad esserci». È da poco uscita la ristampa del suo libro del 2014 La collina, sui suoi primi anni di vita nella comunità di San Patrignano. «Prima del libro nemmeno i miei amici conoscevano quella parte della mia vita, ma sentivo di non poter andare avanti senza parlarne. Per la ristampa ho scritto una prefazione per raccontare quello che è successo in questi quattro anni e abbiamo cambiato la copertina: quella nuova è una foto, ci siamo io, i miei genitori e mia sorella... Prima non avevo il coraggio di farlo, ora si è chiuso un cerchio». di Donatella Aragozzini