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Adrian, cosa non torna sullo show di Adriano Celentano: quel pesantissimo "dettaglio", durante la diretta

Davide Locano
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La cosa curiosa di Celentano è che se la tira molto quando lo vedi in carne ed ossa, e lo fa anche ora che ha superato gli 80 anni (81, per la precisione), e figuriamoci se non lo fa anche in versione cartone animato, e se ne frega tantissimo se gli dicono «piantala che c' hai una certa età» perché è tremendamente radical, e in qualche modo se lo può permettere e, quindi, va bene così. Ben sistemati al teatro Camploy di Verona assistiamo (come tutti gli italiani del resto) alla prima delle nove puntate in programma (due episodi per puntata su Canale 5) del cartone animato intitolato con molta fantasia Adrian e che ha avuto la gestazione di un cetaceo. Sarebbe dovuto partire due lustri fa su Sky, ma ritardi e disaccordi hanno portato allo sbarco su Mediaset. Il Biscione è da tre anni in trepidante e giustificata attesa e, oggi, confida in succulenti dati auditel. Leggi anche: Adrian, il clamoroso imprevisto in diretta BALASSO E FRASSICA Pronti, via. La proiezione è anticipata da uno show che a raccontarlo ci vorrebbe un' enciclopedia. Sul palco c' è una band diretta dal maestro Celso Valli, una casa identificata come "dogana", sullo sfondo una sorta di arca. Prende parola Natalino Balasso, il comico, fa alcune battute e chiama Celentano sul palco. Pubblicità. Si ricomincia con un balletto frizzantino molto Happy Days. Quindi tocca a Nino Frassica e Francesco Scali vestiti da frati cui tocca decidere chi può e non può salire sull' arca, fanno molte battute, alcune divertenti e altre no. Riecco Balasso: altre battute su Celentano «che non c' è. Avete pagato per niente». Ci si annoia anche un po'. Ma poi compare. La gente applaude molto. Lui dice «bisogna cambiare delle cose. Hai detto che io rompo i coglioni. Non va bene». Molti ridono. Adriano saluta la gente, le pause non si contano. E lui se ne va. Quindi il cartone vero e proprio, confezionato - va detto - con tutta le accortezze del caso. C' è la collaborazione del disegnatore per eccellenza Milo Manara, quella del re del pentagramma Nicola Piovani, c' è pure la sapiente mano dello sceneggiatore (scomparso nel 2013) Vincenzo Cerami e quella di Alessandro Baricco. Insomma, il meglio del meglio del meglio per raccontare questa storia ambientata in uno strambo futuro distopico. Siamo nel 2068 e ci imbattiamo in un orologiaio rivoluzionario che ha tutte le sembianze di Celentano, anzi è proprio lui. Trattasi in definitiva del suo giovane alter ego, capace di tirare stilettate (proprio come Celentano), morbido nei movimenti (proprio come Celentano), a tratti decisamente "oltre" (proprio come Celentano). Codesto artigiano del futuro decide in qualche modo di combattere il male, identificato in una sorta di dittatura che utilizza metodi poco ortodossi per arrivare a quella che potremmo definire "omologazione del popolo". OPERAZIONE COSTOSA Al suo fianco tale Gilda, che più la guardi e più di sembra Claudia Mori, mentre il "cattivo" da combattere si chiama semplicemente "Dissanguatore". Si trattano temi assai cari al Molleggiato: la politica, la violenza sulle donne, la libertà, le disuguaglianze, l' amore, il benessere del pianeta; il 2068 pare più che altro il 1968 e tutto è condito dalle sue canzoni (in arrivo un doppio cd per provare - giustamente - a rientrare dell' investimento). Totale: del prodotto Adrian capiremo di più episodio dopo episodio, dell' operazione in sé (costata assai, ma vai a capire quanto) ci resta la sensazione di un evento parecchio "costruito" e molto poco "spontaneo". Uno degli slogan diffusi recita: «Non è con la violenza che si mettono a posto le cose nel mondo». Vero. Sul fatto che ci possa riuscire un cartone (per quanto ben fatto) ci permettiamo di avere qualche dubbio. di Fabrizio Biasin

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