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Sanremo 2019, Anna Foglietta e la vergogna contro Matteo Salvini: "Mahmood rappresenta il suo fallimento"

Cristina Agostini
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"Sanremo è stato un frullatore incredibile, ma non direi che è un'esperienza indimenticabile", "è tutta una tensione, un corri corri, è tutto rapido, molto compresso, non c'è il tempo di costruire un pensiero artisticamente più alto". Anna Foglietta, che ha condotto il dopofestival con Rocco Papaleo e Melissa Greta Marchetto, ne ha per tutti e a Circo Massimo, su Radio Capital, dice: "A me Claudio Baglioni piace sempre, non riesco a criticarlo. Claudio Bisio, invece, secondo me non è riuscito a esprimersi per quello che è e per come voleva: è un grandissimo mattatore ma è partito con il piede sbagliato e non è riuscito a sbloccarsi. Virginia Raffaele è riuscita a dimostrare, in parte, la sua verve da prima donna" ma "non mi sono piaciuti gli sketch, alcuni erano imbarazzanti".  Leggi anche: Il clamoroso video rubato dietro le quinte, cosa sussurra la Littizzetto a Mahmood: avevate dei dubbi? Sulle polemiche scoppiate poco prima dell'inizio della kermesse per la frase di Baglioni sui migranti la Foglietta pensava "che sarebbe stato il festival più politicizzato, poi invece c'è stato un silenzio incredibile rispetto a tutto questo". "Però riesco anche a capirlo, mi rendo conto che, essendo lo spettacolo più nazionalpopolare che abbiamo, quelle polemiche potevano risultare sterili e pretestuose". E su Mahmood, il vincitore di Sanremo: "Fa politica suo malgrado, è l'emblema del fallimento del pensiero salviniano". Sia lui che Ultimo "appartengono a una generazione di ragazzi pensanti che non accettano il pensiero razzista ed esclusivista". Ultimo però sencondo la Foglietta non doveva prendersela con la giuria (al televoto era arrivato primo, ndr): "Secondo me è giusto che giuria di qualità e giornalisti siano determinanti, altrimenti ci saremmo trovati sul podio sempre cantanti molto amati dai ragazzini, come quelli che escono da  Amici, e non avremmo avuto un'evoluzione reale della musica". E affonda: "Non è che Meryl Streep viene giudicata dal contadino o dall'amministratore delegato" per gli Oscar. "Il voto popolare è determinante fino a un certo punto; poi c'è il voto, giustamente più incisivo, di chi conosce bene la musica. Ultimo deve stare molto calmo: è un ragazzo e un artista splendido, ma ha fatto un autogol".

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