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Striscia la Notizia, Edoardo Stoppa si confessa a Libero: "Prendo botte per salvare gli animali"

Davide Locano
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Edoardo Stoppa, inviato di "Striscia la notizia", nasce prima il personaggio tv o prima il suo amore per gli animali? «Ho sempre avuto un debole per gli animali, una passione che mi ha trasmesso il nonno Mario, dottore in agraria. Mi portava con sé in giro per la campagna toscana, in provincia di Livorno, dove da ragazzino passavo l' estate». È vero che uno dei suoi cani l' ha trovato mezzo morto in un cassonetto? «La notte di Capodanno di 9 anni fa ho trovato una cagnolina appena nata con i suoi quattro fratellini chiusi in un sacchetto di plastica, gettati come fossero spazzatura. La voglia di vivere della cucciola era tanta, è riuscita a strappare con le zampe e con i denti il sacchetto e a respirare. Gli altri purtroppo sono morti soffocati. L' ho presa con me e l' ho chiamata Duda, è adorabile, molto affettuosa. Qualche anno dopo, durante uno dei miei servizi ho intercettato un traffico di yorkshire provenienti dall' Ucrania. Titico, il nome che gli abbaiamo dato poi, era in condizioni disperate, per portarlo subito dal veterinario ho dovuto comprarlo. Era una questione di vita o di morte. L' ho salvato. Ora sono i miei tesori, insieme ai miei due figli, Lua Sophie di 8 anni e Sol Gabriel di 3, e mia moglie (Juliana Moreira sposata due anni fa dopo 10 anni di convivenza ndr)». La laurea in psicologia le è servita più con gli animali o con gli esseri umani? «Con gli esseri umani che domande, scherzo ovviamente. Gli animali si affidano, sanno capire di chi fidarsi». Lo spazio dedicato agli animali su "Striscia" è stata una sua idea o ci si è ritrovato? «Prima di Striscia ho condotto un programma per il National Geographic su La 7 e fatto molti documentari. Ricordo il mio debutto 11 anni fa nel programma di Ricci con una "paccata di botte". Ero andato a visitare un canile nel Casertano. C' è mancato poco che finissi in ospedale. L' autore Massimo Tomagnini che mi accompagnò venne rinchiuso in uno sgabuzzino e io fui preso a bastonate». Quante denunce e quante volte è finito in ospedale? «Oltre mille servizi e almeno 15 volte in ospedale. Le mie inchieste sono scomode, racconto violenze e soprusi, allevamenti intensivi e laboratori dove si fa vivisezione in modo illegale. E chiedo quasi sempre l' intervento delle forze dell' ordine». Il servizio che le è rimasto nel cuore? «Un reportage in Vietnam sugli orsi della luna che vengono sfruttati per succhiargli il liquido biliare tanto caro alla medicina cinese come potente antinfiammatorio. Ho visto un centinaio di orsi chiusi nelle gabbie, fermi immobili eppure vivi, con gli occhi spenti, rassegnati con un catetere attaccato al pancreas per raccogliere il liquido d' oro che frutta milioni. Li tengono lì a soffrire per almeno dieci anni. E quando non servono più li uccidono». Ma come è riuscito a entrare? «Mi sono finto acquirente, poi di nascosto ho fatto pure le riprese, filmati per i quali ho ricevuto molti premi. Ma non me ne faccio nulla, ripensando a quegli animali ho sempre l' amaro in bocca per non essere riuscito a salvarli». Perché tanto accanimento verso gli animali? «Le ragioni sono tre: per motivi economici; per ignoranza (in passato si aveva meno rispetto per gli animali e c' è chi è rimasto fermo a quegli anni); perché si è stressati. Lo stress sta uccidendo l' anima degli esseri umani, per questo sto pensando di dedicarmi un po' anche a loro. Magari li educo a non maltrattare gli animali. Sto lavorando a un format speciale sul benessere psicofisico di uomini e donne per la televisione. Abbandonerà gli animali? «Mai. Continuerò ad occuparmi di loro e a cercare di salvarne sempre di più». Sempre con Striscia? E su quale canale andrà in onda il suo nuovo programma? «Ci sono delle grosse novità, ma per ora non posso dire nulla». Perché la politica non si occupa abbastanza degli animali? «Perché li reputa problemi di serie B, gli animali non votano, quando parlo con i sindaci delle varie città mi dicono che hanno altre priorità, gli asili, i disabili, non riescono a capire che gli animali sono degli eterni bambini bisognosi di cure come e quanto i più deboli». di Daniela Mastromattei

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