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Fabio Fazio, "smettere definitivamente". Il pensiero estremo del conduttore di Che tempo che fa, terremoto in Rai

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Una strana intervista, quella concessa da Fabio Fazio a Tv Sorrisi e Canzoni. Il conduttore di Che tempo che fa spiega quali sono i suoi sogni per il futuro, aggiungendo però di avere dei dubbi sul suo attuale ruolo in televisione (per quel che concerne la collocazione oraria). E ancora, si mostra pieno di idee ma, al contempo svela tutta la sua nostalgia per la televisione del passato.

 

Dunque, largo alle parole del volto di Rai 3, che spiega di voler rifare Il pranzo è servito, proprio come propose qualche tempo fa un remake moderno di Rischiatutto: "Dico sempre che mi piacerebbe rifare Il Pranzo è Servito. Sto pensando seriamente a un programma disordinato sulla storia della televisione, ma mi piacerebbe anche fare un programma di libri, un altro sulle ristrutturazioni delle case, uno sull’alpinismo, uno sulla storia dell’arte e mille altri", spiega Fabio Fazio.

Dunque, a strettissimo giro di posta, aggiunge però di immaginare tutto questo suo futuro sul piccolo schermo in una fascia oraria differente rispetto a quella che occupa ormai da anni: "Tutto ciò dura sino alle 18. Dopo quell’ora, mi persuado, invece, che dovrei smettere definitivamente di fare televisione. E questo succede ormai tutti i giorni", spiega Fazio. Insomma, rivela di pensare tutti i giorni all'addio alla prima serata. Strano, in verità, che un conduttore di spicco come lui indubitabilmente è voglia abbandonare il palcoscenico principale, la prima serata appunto.

 

Dunque, la domanda è sorta spontanea: Che tempo che fa può diventare un appuntamento quotidiano, pomeridiano? "Ci sto pensando da un po’, ma devo prima chiedere il permesso ai miei figli", ha ammesso. Il format ha ormai 18 anni e si è girato tutte le reti Rai, per tornare quest'anno alla terza rete. E per rilanciarlo, Fazio, sta insomma pensando di trasformarlo in una sorta di striscia quotidiana. Non un'ideona, sinceramente. Per certo non un'idea rivoluzionaria.

 

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