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Titan, la folle idea dopo il disastro: "Che tempismo perfetto..."

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Daniele Priori
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Neanche il tempo di piangere le cinque vittime che la tragedia del sottomarino Titan è già pronta ad essere incasellata nella sceneggiatura di una serie destinata a uno straordinario successo. Da Titanic a Titan il passo è drammaticamente breve. Medesima la regia di James Cameron, direttore pressoché naturale e, stando alle voci che rimbalzano sui tabloid inglesi, anche interessato, disponibile e molto motivato a trasformare in un racconto a puntate l’epopea che, appena un mese fa, aveva tenuto il mondo incollato agli schermi di tv e smartphone in cerca di notizie dalle edizioni speciali delle news. Gli stessi giorni nei quali, peraltro, proprio Cameron, esperto di esplorazioni sottomarine, sentenziava di aver capito prima degli altri il tragico epilogo della storia del sommergibile Titan e dei membri dell’equipaggio disintegrati nell’implosione. A rilanciare la notizia in particolare è stato il Daily Mail che anticipa la possibile presenza nel cast di un big come Matt Damon. Interesssati alla realizzazione della serie che arriverebbe davvero a tempi di record sarebbe un gigante internazionale dello streaming ancora non specificato nelle indiscrezioni.
 

TEMPISMO DA RECORD Molti, indubbiamente, oltre al tempismo davvero da record col quale la cronaca si appresta a diventare fiction, sono gli elementi che stupiscono. La scelta quasi scontata di Cameron. Ciò perché, scrive sempre il Daily Mail «ha raccontato la storia del Titanic in modo così compassionevole che sembra un passo naturale per lui affrontarlo». «Un’impresa comunque enorme che richiederà molto tempo, denaro e risorse» specifica sempre il giornale britannico che poi svela anche un’altra nemesi. Se, infatti, James Cameron è la prima scelta per la regia, Matt Damon forse potrebbe essere la seconda tra gli attori. La serie perfetta di corsi e ricorsi storici infatti avrebbe voluto nel cast Leonardo Di Caprio, già protagonista del kolossal premio Oscar girato da Cameron nel 1997. A quanto pare, invece, il regista premio Oscar dovrà accontentarsi del protagonista di Angeli e Demoni a fianco al quale potrebbe recitare Kumail Nanjiani, protagonista della commedia romantica The Big Sick. Non ci sono indizi certi, come detto, sulla piattaforma che si sarebbe lanciata nella produzione ma determinate scelte (con conseguenti polemiche) scatenatesi a ridosso dei fatti, nello scorso giugno, porterebbero con una certa convinzione ad indagare dalle parti di Netflix. Il gigante Usa, infatti, proprio il mese scorso aveva pensato, con un tempismo davvero da Oscar, di mettere nel bouquet dei film in programmazione (e promozione sulla piattaforma) proprio Titanic di James Cameron. Con tanto di accuse di cinismo, mancanza di sensibilità, indecenza. Ma tant’è.
 

 

CONFINE SOTTILE
Il confine labile tra realtà, cronaca e narrazione cinematografica, specie dopo l’avvento della serialità più che mai vorace di storie da raccontare, è divenuto la prassi. Con i fatti reali e la loro narrazione filmica che si avvicinano a volte non senza imbarazzo. Se, infatti, proprio Netflix sul fronte internazionale è reduce da altre polemiche, legate alla scabrosità di Dhamer storia vera (anni 90) del cannibale di Milwaukee, anche le produzioni italiane viaggiano sempre più convinte verso questa strana (e pericolosa) ibridazione tra realtà e finzione. Docufiction a parte (che ancora potrebbero rientrare parzialmente nella ricostruzione giornalistica) si veda la serie di successo Vatican girl, sempre di Netflix, sulla sparizione di Emanuela Orlandi, Sky ha realizzato, tratta dal libro di Nicola Lagioia, una serie sull’omicidio avvenuto nel 2016 a Roma di Luca Varani, dal titolo La città dei vivi. Mentre Disney+ ha in canna una serie sull’omicidio di Sarah Scazzi dal titolo Avetrana-Questo non è Hollywood. Ma forse di questo passo le scene dei delitti lo stanno diventando. Tutto in presa diretta, o quasi.

 

 

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