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Alfonso Signorini, tutta la verità sul linciaggio

di Daniele Priorigiovedì 18 dicembre 2025
Alfonso Signorini, tutta la verità sul linciaggio

3' di lettura

Alfonso Signorini è un uomo tenace. Al centro di una campagna di fango animata dall’ex fotografo dei vip Fabrizio Corona, il giornalista tace - come è normale che sia - è dispiaciuto ma non preoccupato. Anzi, chi lo ha sentito racconta del suo carattere combattivo e pronto a difendersi dalla folle accusa di essere a capo di un “sistema Signorini” basato su favori a sfondo sessuale richiesti agli aspiranti concorrenti in cambio della partecipazione alle trascorse edizioni del Grande Fratello Vip. Un potere decisionale che Signorini non ha mai avuto, visto che del GF Vip è stato solo il conduttore. Un particolare tale da ridurre il caso a una sequela di dicerie finite in pasto al tritacarne del web che ora sono la materia degli avvocati di Signorini e del Garante della privacy. Le accuse arrivano da Fabrizio Corona, attraverso il suo podcast dal titolo in questo caso più che mai significativo: “Falsissimo”.

Corona dovrà rispondere di fronte alla legge su una vicenda che si potrebbe ricondurre al semplice ennesimo capitolo di uno dei tanti “scandali all’italiana”, fatti di molte chiacchiere e soprattutto nessun reato. Certamente non a carico di Signorini. Il quale attende giustizia, sulla base dei fatti. Il giornalista ha un carattere brillante, estroverso, è un uomo colto dalla battuta fulminante, può anche aver scherzato con i messaggi sul suo smartphone ma questa non è una colpa e di certo non è materia da codice penale. Quanto al cosiddetto “sistema”, va ricordato che Il Grande Fratello è una trasmissione realizzata da una autorevole casa di produzione internazionale che ha dei propri autori (alcuni dei quali in forze al programma addirittura dalla prima edizione, quella storica di venticinque anni fa) e Signorini della longeva trasmissione è solo l’ultimo di una serie di conduttori. Sta di fatto che il giornalista-scrittore è da ormai quarantotto ore sulle bacheche di tutti i profili social che, figurarsi, per nulla si curano di temi delicati come privacy violata, intimità buttata in piazza, libertà (ormai) soltanto di insultare e sentenziare senza pensare minimamente che nel mirino di giudizi sommari, commenti spesso violentissimi e accuse, ripetiamo, senza nemmeno una prova, vi siano comunque esseri umani che, fino a prova del contrario, dovranno sempre avere il diritto di difendersi se, come ancora crediamo, viviamo in uno Stato fondato sul diritto. Nella cloaca del web tutto è possibile.

Nell’era degli smartphone – lo sappiamo bene – ogni messaggio può diventare una pistola puntata contro di te, si arriverà all’autocensura per evitare la gogna e la maldicenza. “La calunnia è un venticello”, Signorini ha iniziato la sua battaglia per concluderla con un “nulla resterà”. Val la pena ripercorrere le tappe della vicenda per capire come tutto è cominciato. E come probabilmente andrà a finire. Fabrizio Corona dal set del suo «Falsissimo»- forse in un pomeriggio annoiato da pre-vigilia di Natale decide di tirare in ballo un giovane modello tiktoker napoletano, Antonio Medugno, per costruire l’ennesima bomba mediatica. Non uno qualsiasi, ovviamente: trattasi di un giovane belloccio classe ’98, esordio in “Uomini e donne” di Maria De Filippi (dove guarda caso partecipa come corteggiatore) e la bellezza di 3 milioni di follower da esibire sul suo curriculum social. Medugno ha partecipato anche al Grande fratello vip. Ma proprio qui entra in gioco Corona: secondo l’ex fotografo, il baldanzoso influencer sarebbe approdato nella casa più spiata d’Italia grazie a un interesse di Signorini nei suoi confronti. Tutto qui? No, perché Corona tira in ballo anche chat e brandelli di conversazioni private- la cui veridicità è tutta da verificare - che delineano uno scambio di messaggi tra i due (alcuni piuttosto espliciti) «durato cinque mesi» che avrebbe preceduto l’ingresso del modello nella casa. Ingresso bloccato in un primo momento perché Medugno, sempre secondo Corona, non avrebbe ceduto alle avances. Ma poi sbloccato e concluso dopo un mese e mezzo di partecipazione. Segue evocazione di un #MeToo all’italiana e di un sistema Signorini tutto da provare. E ci fermiamo qui. Consci che trattasi di un castello di carta. Anzi, di una campagna di fango.