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Gerry Scotti, "parentela mediatica": la verità, cosa c'è dietro al suo successo

Maurizio Costanzo
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In questi giorni Gerry Scotti, su Canale 5, con il suo programma Caduta libera, festeggia la millesima puntata. È un longevo della televisione come peraltro chi scrive. Ancora una volta l'ennesima riprova della parentela mediatica, vale a dire dell'abitudine che si costruisce con quel programma o con quel conduttore. Anche Baudo e Corrado sono stati in passato dei "longevi". Corrado con Il pranzo è servito e con La Corrida; Baudo con un numero incredibile di puntate di Domenica In organizzate con molti ospiti, pochi ospiti, in un ambiente appena serio e in un ambiente allegro.

 

 


Ma il più grande dei longevi, è stato Mike Bongiorno. Gerry Scotti ha tutte le caratteristiche di un Corrado o di un Baudo, infatti, anche in Tu si que vales ama ripetere delle gags, come ad esempio un piccolo furgone che porta via qualche ospite diverso dagli altri. Cioè lui crede, come credono tutti i "longevi", che è giusto ripetere lo stesso meccanismo per creare affezione nel pubblico.

 

 


In Caduta libera lo stesso Scotti usa ripetere le stesse frasi perché anche quelle aiutano a fidelizzare l'utente. Pensate a questo proposito quanta strada ha fatto il grido "Allegria" di Mike Bongiorno, gridato credo in tutti i suoi programmi. È giusto ripetere ancora una volta che la televisione è sempre la stessa ma anche i telespettatori sono sempre gli stessi e quindi è giusto che, di programma in programma, si creino codici grazie ai quali nasce la parentela mediatica.

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