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DiMartedì, Italo Bocchino mette ko lady Cgil: "Pensi alla persona che fa le pulizie"

Claudio Brigliadori
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Ne ha per tutto e per tutte, Italo Bocchino. Dagli scioperi selvaggi alla manovra, dalla professoressa De Cesare alla rossissima Piccolotti, in studio a DiMartedì volano freddure e punzecchiature come da tradizione. Il direttore editoriale del Secolo d’Italia, nonché ex finiano di ferro, è un gran forma e ingaggia subito un duello verbale con la De Cesare, che dice di appoggiare la protesta indetta dal segretario Landini: «Io sono iscritta alla Cgil, lavoro all’università, sono una lavoratrice e sono iscritta al sindacato».

La interrompe Bocchino, sarcastico: «Non avevo dubbi, si vede da lontano». Quindi le fa notare un dettaglio che dovrebbe far venire qualche dubbio a tutta la sinistra italiana, o perlomeno a quel che ne resta: «Evidentemente lei non sa a quali disagi va incontro la persona delle pulizie che le pulisce la stanza all’università. Venerdì avrà problemi a spostarsi e ad accompagnare i bimbi a scuola grazie allo sciopero voluto da Landini. Rifletta su questo». Applauso convinto in studio, silenzio un po’ imbarazzato della prof.

 

Poi tocca a Lady Fratoianni, che accusa il governo sulla finanziaria. L’ex colonnello di An e Fli, però, ribatte: «Meloni ha fatto una manovra povera perché Conte si è portato via per cinque anni 20 miliardi all’anno dalle casse dello Stato per fare la casa più bella al 4% degli italiani e perché la Lagarde, capo della Bce, contro il parere del governo italiano, ha alzato i tassi di interesse a tal punto che noi paghiamo 14 miliardi in più all’anno. La Meloni, non per colpa sua, si è trovata 34 miliardi di buco e ha fatto una manovra povera» che però «fa bene a chi ha bisogno: l’esatto contrario di quello che dice la Piccolotti». E anche qui, tra i sedicenti progressisti, qualcuno potrebbe dover affrontare una crisi di identità.

 

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